Niente da fare. Resta ai domiciliari Enzo Sculco, il 73enne fondatore del movimento politico dei "Demokratici" finito agli arresti lo scorso 27 giugno nell'ambito dell'inchiesta "Glicine Acheronte" coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro. Così ha deciso ieri il Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha rigettato l'istanza di revoca della misura cautelare, avanzata dal difensore di Sculco, l'avvocato Mario Nigro. L'esponente politico, con un passato di vicepresidente della Provincia di Crotone e di consigliere regionale, è accusato di associazione a delinquere, turbativa del procedimento amministrativo, falso materiale e ideologico, tutti reati aggravati dalla finalità 'ndranghetistica (sebbene il giudice per le indagini preliminari distrettuale abbia escluso l'aggravante mafiosa al momento dell'arresto). A nulla è valsa la versione dei fatti che Sculco ha esposto in udienza davanti ai giudici del Riesame. L'indagato 73enne, come già avvenuto in occasione dell'interrogatorio di garanzia, ha ribadito al collegio del Tdl di aver operato, in qualità di leader politico, "solo" a favore della comunità riuscendo a far convogliare su Crotone oltre 200 milioni di euro da spendere in investimenti pubblici. Una tesi, questi, che però non è stata accolta dai togati che quindi non hanno ritenuto opportuno né revocare e né attenuare la misura detentiva a carico di Sculco. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria