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Catanzaro, Fondazione Betania in liquidazione: la onlus «rischia di morire “per crediti”»

Il presidente del cda, padre Piero Puglisi, critico verso la solidarietà tardiva

L’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti di Fondazione Betania mette a rischio il posto di lavoro di una trentina di dipendenti che assiste altrettanti pazienti nelle strutture (Airone a Serra San Bruno, Casa Paparo a Gasperina) ancora gestite dalla vecchia onlus. Ma non sono da escludere effetti anche su Karol-Betania, la newco subentrata nella maggior parte dei servizi attraverso il fitto del ramo d’azienda e che dunque sovrintende su 350 lavoratori e 500 ospiti circa.

Da giorni si sta facendo sentire la politica, dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso al sindaco del capoluogo Nicola Fiorita. Il primo, ieri, ha promosso un incontro sul tema insieme all’assessore alle Politiche sociali Emma Staine: «L’importanza di una struttura che eroga prestazioni a circa 500 ospiti e impegna 350 dipendenti impone a tutte le istituzioni di porre in atto ogni mezzo per salvaguardare uno storico patrimonio socioassistenziale».

Alla riunione, oltre a Mancuso e Staine, hanno preso parte il direttore generale del dipartimento Lavoro e welfare Roberto Cosentino, la dirigente di settore Saveria Cristiano e il consigliere regionale Pietro Molinaro.

Il presidente di Fondazione Betania, padre Piero Puglisi, ha appena cominciato a discutere della questione con il cda e i legali. La onlus dovrebbe ricorrere contro la decisione del Tar, poi riunirsi in assemblea anche con Karol-Betania: «La preoccupazione è legittima, ma spiace che questo coro di solidarietà arrivi solo oggi visto che Betania onlus rischia di morire “per crediti”».

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