Una scatola contenente una testa di pecora mozzata, tre proiettili e un lumino è stata rinvenuta, nelle prime ore della mattinata di mercoledì scorso, all’esterno dell’abitazione del responsabile dell’Ufficio tecnico del piccolo comune delle Preserre, Vito De Caria. Il rinvenimento ha destato preoccupazione e sconforto, non solo nella famiglia del geometra, molto stimato in paese, ma nell’intera comunità. Incredulo anche il primo cittadino, Egidio Servello, il quale ha espresso sconcerto per l’insano gesto intimidatorio esprimendo solidarietà e vicinanza al dipendente comunale.
«Condanno fermamente questa becera intimidazione – ha tuonato il sindaco – . Questi episodi sono compiuti da persone che dovrebbero essere individuate al più presto e punite. Vallelonga è una comunità tranquilla e questi gesti stravolgono la vita pacifica dell’intera cittadina. Sono vicino al geometra De Caria e a tutta la sua famiglia e confido nel lavoro delle forze dell’ordine».
Sul posto della macabra intimidazione sono giunti i carabinieri i quali hanno avviato i rilievi del caso e aperto le indagini per assicurare i colpevoli alla giustizia. Non si conoscono ancora le cause di questo atto intimidatorio che si potrebbero ricondurre anche a qualche gara d’appalto in essere al Comune.
Messaggi che si ripetono, sempre con lo stesso copione. E, infatti, le intimidazioni nel Vibonese, ai danni di imprenditori, di personaggi politici, di dipendenti comunali continuano a susseguirsi senza sosta. È di poco tempo fa, infatti, il grave atto intimidatorio perpetrato ai danni del neo eletto sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, che, sabato 1 luglio, aveva rinvenuto davanti la porta del suo ufficio, posto al piano terra della sua abitazione, tre cartucce a pallettoni ed un lumino funerario.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia