Svelano particolari del tutto inediti anche sulla scomparsa di Maria Chindamo - l’imprenditrice di Laureana di Borrello rapita e fatta scomparire il 6 maggio 2016 dinanzi al cancello della sua tenuta agricola di Limbadi - gli atti dell’inchiesta Mestrale-Carthago della Dda di Catanzaro. Per la scomparsa erano stati indagati e poi prosciolti Salvatore Ascone di Limbadi ed il figlio Rocco, accusati di aver manomesso la telecamera della propria abitazione posta dinanzi al cancello della tenuta agricola - in contrada Montalto di Limbadi - dove è stata rapita Maria Chindamo. Intercettati nel marzo del 2019, padre e figlio, unitamente ad altro pluripregiudicato di Limbadi, avrebbero indicato nel suocero di Maria Chindamo e nei nipoti i mandanti e gli autori del rapimento e della soppressione del cadavere. Da ricordare che un anno prima della scomparsa di Maria Chindamo, esattamente il 6 maggio 2015, l’ex marito della donna - Ferdinando Pontoriero, di Rosarno, si è tolto la vita suicidandosi. Per gli Ascone intercettati, il successivo decesso anche del suocero della Chindamo, sarebbe l’ostacolo maggiore per gli inquirenti per ritrovare il corpo della commercialista di Laureana di Borrello, anche se i nipoti della donna sarebbero comunque a conoscenza del luogo di occultamento del cadavere. Intercettazioni del tutto inedite quelle agli atti dell’inchiesta Maestrale che sono al vaglio della Dda di Catanzaro.