«Ca tuttu chistu ha fatto succedere su casino, ca i napuletani su fatti e sa manera...». Parte da qui il racconto del 45enne collaboratore di giustizia, Gaetano Aloe, che davanti al sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, ha ricostruito la sparatoria – il "far west" – che nella notte tra il 13 e 14 agosto 2022 infiammò le vie adiacenti il lungomare nord di Cirò Marina. Per quella spedizione punitiva a mano armata contro l'abitazione di un allevatore 51enne, è in corso davanti al Tribunale di Crotone il processo a carico di sette imputati: Cataldo Cornicello, Dennis Cornicello, Gianfranco Musacchio, Pasquale Passarelli, Francesco Dell’Aquila, Antony Dell’Aquila e Salvatore Dell’Aquila. Il pentito ha addebitato il blitz di fuoco alla condotta di «un napoletano che opera a Cirò, un certo Pasquale», si legge nel nuovo verbale reso agli inquirenti il 14 giugno scorso e che ieri il pubblico ministero Domenico Guarascio ha depositato in udienza. Il partenopeo citato da Aloe sarebbe Pasquale Passarelli, che «è legato – per gli inquirenti – a Cataldo Cornicello e da tempo spaccia droga nel comprensorio cirotano soprattutto d'estate nei villaggi turistici». In particolare, ha spiegato il collaboratore, «questo Pasquale la droga la porta da Napoli e spaccia con il beneplacito di Cornicello e di mio cognato Peppe Spagnolo». E poi: Il «napoletano – secondo il pentito – possiede delle case sul demanio del comune di Cirò Marina che vengono gestite» da un'altra persona che in estate le affitta per mille euro a settimana: «Quattru appartamenti, fattu u cuntu quantu su a tri misi – le parole di Aloe - Allora sì, chidha è 'ndrangheta». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro