La città in estate si spopola. La meta preferita è il mare, ma non tutti hanno la possibilità di soggiornare per l’intera stagione nelle località di villeggiatura. Sono tanti i bambini e gli adolescenti che restano e che sulla spiaggia ci vanno solo per qualche ora al giorno. I pomeriggi sono lunghi in città senza “spazi dedicati”. In passato i ragazzi riempivano marciapiedi, ville, parchi, piazze, di giochi ed esperienze, amicizie e primi amori, grida e risate. Oggi, molti di quei luoghi sono chiusi e inaccessibili, altri sono stati dati in gestione a privati, per cui sono sostanzialmente “off-limits”. Di fatto sono pochi i luoghi all’aperto che si possono frequentare liberamente e senza pericolo creando la condizione di una autonomia limitata per bambini. Così come sono ormai ridotti al lumicino le aree in cui gli adolescenti possono praticare sport o ritrovarsi senza disturbare nessuno. Questo genera una barriera nel movimento individuale è anche un limite allo sviluppo di competenze relative all’orientamento negli spazi di vita. Gli schiamazzi dei bambini sono la prima causa di litigio tra vicini. «Il pomeriggio – racconta un gruppo di ragazzi del quartiere Affaccio – ci riuniamo al campetto vicino alla chiesa della parrocchia Sacra Famiglia per fare una partita al pallone, ma più di una volta i vicini ci esortano a non disturbare e ad andare altrove». Si tratta di una struttura abbandonata, senza alcun servizio a disposizione. L’unico punto di forza è che non è a pagamento e gli adolescenti ci possono giocare. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro