Non si fermano le segnalazioni di degrado e disagio ambientale provenienti dai più disparati angoli della città, in particolare dalle zone di periferia. Questa volta siamo in contrada “Annunziata”, sopra il quartiere “Bella”, qualche curva prima di Mercuri, frazione di Platania. È una vera e propria discarica a cielo aperto quella che viene segnalata dai residenti e che, purtroppo, pare essersi quasi “istituzionalizzata” visto che qui i rifiuti, anche ingombranti e altamente inquinanti si continuano ad accumulare da molti anni. Apparecchiature elettriche ed elettroniche, amianto, fluidi inquinanti di frigoriferi ed elettrodomestici abbandonati, oltre, naturalmente, al disagio dovuto ad animali di ogni tipo (specialmente topi e cinghiali) che attratti dall’odore nauseabondo della “discarica”, proliferano sempre più con ovvi rischi per tutti. Complice, probabilmente, anche l’assenza della raccolta differenziata e solo per poche centinaia di metri, visto che fino a via “Madonna della Spina” il porta a porta è già attivo da tempo. «Una situazione di questo genere è insostenibile» lamenta una residente «soprattutto considerando il fatto che in città vi è un’apposita area, “Isola ecologica”, dove poter smaltire tali rifiuti in maniera del tutto gratuita». Proprio di recente il Sindaco ha ricordato che la città sta per raggiungere quasi il 70% nella differenziata, e questo non fa che stridere ancora di più con immagini come quelle di Annunziata. Che il poco più del 30% della Città non abbia ancora un servizio così necessario può anche essere ancora comprensibile, ma che la lontananza dal centro e l’assenza di una raccolta ecologica e quantomeno “normale” vada a incidere sull’alta inciviltà da parte di chi approfitta di questi lembi di territorio, nonché, soprattutto, sulla salute e sulla pazienza dei residenti, è un fatto acclarato e di una gravità non indifferente. Già, perché da quassù si godrebbe anche di un bel panorama sulla città, un “tetto” immerso in un paesaggio naturalistico dal potenziale enorme ma che, com’è risaputo, continua a vivere da tempo un grave rischio di dissesto idrogeologico, con faglie di frane attive, già monitorate da geologi, e per i quali si cerca da anni una risoluzione pratica, con altri lavori che dovrebbero partire nel prossimo futuro.
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