Il “caso” dei medici cubani da impegnare al Pronto soccorso continua a fare discutere. Se, infatti, il direttore del Dipartimento di emergenza Antonio Talesa ha spiegato che i medici saranno impiegati tra quindici giorni circa nel reparto, considerato che è necessario un periodo di formazione, per acquisire maggiori competenze linguistiche e procedurali – spiegando che sono negli altri reparti da supporto viste le loro alte competenze – c’è chi continua a manifestare i propri dubbi. Non convince, insomma, il fatto che si rinvii l’utilizzo dei medici assegnati al pronto soccorso dei tre presidi ospedalieri del Vibonese per come previsto nei programmi regionali. La necessità di aiutare i medici d’oltreoceano a inserirsi nell’ambiente prima di schierarli in prima linea, non convince infatti Marianna Rodolico, apprezzato camice bianco da lustri in servizio nel pronto soccorso. «Bisogna che la gente sappia che quel che è normale nel resto del mondo e della Calabria – afferma – a Vibo Valentia diventa anomalia. Si è fatto credere che i nuovi dottori avessero bisogno di un rodaggio nei reparti prima di poter essere operativi al pronto soccorso. Viene spontaneo chiedersi perché i medici cubani a Polistena, a Locri e in altre sedi non abbiano avuto bisogno di questo passaggio». A suo avviso, a Vibo, «la politica subdola e invidiosa ha giocato il ruolo dell’accaparrare... se il medico è preparato lo teniamo in reparto, se non è conforme al settore lo si spedisce al Pronto soccorso. Questo dimostra che per i nostri dirigenti la gente che arriva al pronto soccorso è di serie B, i medici che ci lavorano lo stesso!.. Peccato che questi invidiosi amministratori da quattro soldi – prosegue – non capiscano che un Pronto soccorso che funziona è un bene per tutto il resto dell’ospedale e per la comunità intera». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro