Una comunità nello sgomento quella di Montepaone che piange la scomparsa di una ragazza di soli 23 anni deceduta nella propria abitazione. Ancora da inquadrare le cause del decesso che non si è riuscito a evitare nonostante la richiesta di soccorsi inoltrata al 118. Circa 18 i minuti per ottenere l’intervento di un’ambulanza non medicalizzata proveniente da Isca sullo Ionio, il cui equipaggio ha provato, inutilmente, a rianimare la giovane. Per la famiglia qualcosa in più si sarebbe potuto fare, ma stabilirlo sarà ora l’esame autoptico ordinato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro a seguito di una denuncia presentata alla stazione dei carabinieri. Una vicenda che riporta attuale il tema della mancanza di ambulanze medicalizzate che, al di là del caso specifico tutto ancora da verificare, è al centro di accese discussioni sul territorio. Da un lato c’è chi ritiene le critiche come causa di inutili allarmismi che delegittimano il lavoro dei soccorritori del 118, dall’altro le posizioni opposte di chi indica la presenza di equipe prive di medici come pericolose perché deputate ad accompagnare i pazienti negli ospedali più vicini, che non necessariamente sono quelli più adatti a salvare loro la vita, facendo perdere del tempo prezioso. Una situazione con cui il territorio fa i conti da diverso tempo, in cui rimane un punto fermo l’insufficienza dei mezzi che spesso servono l’intero comprensorio spostandosi da un comune all’altro, nei mesi estivi, con estrema difficoltà. Fa pensare che nell’episodio di Montepaone, paese che ha al suo interno una postazione del Suem, ci siano casi in cui per reperire un’ambulanza si attende un tempo variabile dai 20 ai 50 minuti e anche di più. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro