"Vola in alto insieme a mamma", a Nicotera dolore e commozione per l'addio ad Antonella e alla sua piccola Maya
Tanta tristezza e dolore a Nicotera, dove si stanno svolgendo i funerali di Antonella Teramo e della figlia di tre anni Maya Campennì, tragicamente scomparse domenica pomeriggio nel terribile incidente sulla strada di grande comunicazione Ionio-Tirreno. Una folla commossa ha accolto le due salme portate in corteo in cattedrale per la messa officiata da mons. Attilio Nostro, vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea. Applausi scroscianti all’affaccio a mare e all’ingresso in chiesa. “Vola in alto insieme a mamma Lellina piccola Poppi”, così recita la scritta in rosso sulle magliette bianche indossate da decine di persone. Due comunità, quelle di Nicotera e San Calogero (paese natale di Antonella) che in questi minuti, oltre a tributare l’ultimo saluto ad Antonella e alla piccola Maya, stanno pregando per Valentina Crudo (cognata di Antonella Teramo) e per la piccola Fatima attualmente ricoverate entrambe in gravi condizioni, rispettivamente a Reggio e Messina. Presenti decine di sacerdoti provenienti dalle parrocchie della diocesi e numerosi sindaci. E' proprio mons. Nostro a ricordare, nella sua omelia, che “davanti a queste tragedie servirebbe silenzio. Sotto la croce di Gesù c’era la sua mamma, proprio come oggi c’è Antonella e la sua Maya. Oggi ci sentiamo impotenti di fronte ad una cosa che ci devasta il cuore. Se Gesù fosse sceso dalla croce, tutti avrebbero creduto che fosse il figlio di Dio. Ma il miracolo vero della vita non è questo. Prendersela con Dio sarebbe stupido da parte nostra. Attraverso la croce del figlio Dio ci ha fatto capire che non era un suo avversario, ma che moriva accanto a suo figlio. Alla fine della messa Peppe ti regalerò un Rosario, tu potrai continuare a parlare con tua moglie e tua figlia. I legami non si spezzano, nemmeno il demonio può farlo. Antonella e Maya vivono ancora con noi, anche se in questo momento desideriamo altre cose. La preghiera può restituirci tanto e la comunità di Nicotera lo sa. Trent’anni fa maledissi Dio perdendo mio fratello è da lì nacque la mia vocazione. Oggi dico a te e alla vostra famiglia di non lasciare che a decidere della nostra vita siano le ferite. Lasciamo che a decidere sia il nostro cuore. Cercare colpe non serve, la cosa importante è che questo amore supera e vince la morte. Dico una cosa a tutti voi: dovremmo prendere un po’ più sul serio la morte e la vita. Tante volte non apprezziamo le cose belle che abbiamo accanto, gli affetti. Signore io voglio spremere il mio cuore gustando fino all’ultima goccia di quel cuore che ha condotto Gesù sulla croce. Gesù ha regalato sua mamma a Giovanni, non la lascia perché non vorrebbe starle vicino. Questa fame di amore che senti in maniera lancinante serva a te per proseguire il tuo cammino e quello dei tuoi cari con Gesù”.