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La morte dell'operaio Antonio Mastroianni a Lamezia, la Procura apre un’inchiesta

L’uomo è caduto dal tetto di un capannone nell’area ex Sir di Lamezia. Bisognerà verificare le condizioni di sicurezza

La procura di Lamezia Terme ha aperto un’inchiesta relativamente all’incidente in cui ha perso la vita Antonio Mastroianni, operaio di 48 anni. L’altro ieri l’uomo è precipitato da oltre dieci metri di altezza dal tetto del capannone di una ditta all’interno dell’area industriale “Benedetto XVI”, a San Pietro Lametino. Mastroianni per effetto della caduta ha perso i sensi ed è deceduto dopo qualche minuto a causa delle gravi lesioni riportate. A niente sono valsi i tentativi dei sanitari del Suem 118 che hanno provato a rianimarlo, purtroppo per il giovane lametino non c’è stato nulla da fare.
Sul posto sono prontamente intervenuti i carabinieri della compagnia di Lamezia Terme e i rappresentati dello Spisal (Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro) per effettuare i rilievi del caso. L'operaio, secondo quanto emerso, stava svolgendo dei lavori per conto di una società che si occupa di servizi internet e rete telefonica. Da quanto si è appreso, l'uomo era regolarmente assunto; in ogni caso le indagini mirano a fare chiarezza sulle condizioni di sicurezza esistenti al momento dell'incidente. Gli inquirenti vogliono anche accertare che siano state osservate tutte le norme di legge. Mastroianni che abitava nella zona di Caronte ha lasciato la moglie e un figlio che proprio ieri ha compiuto la maggiore età. Quello nell’area industriale è stato il secondo incidente mortale sul lavoro verificatosi a Lamezia nel giro di pochi giorni. Venerdì scorso, infatti, Antonio Ciambrone (35 anni, originario di San Pietro Apostolo) è stato travolto da un'auto nei pressi della rotatoria che porta all’aeroporto internazionale di Lamezia e che dà accesso alla statale 280 dei Due Mari.
Sulla tragedia delle morti sul lavoro è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha inviato un messaggio alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ribadendo che «le morti sul lavoro feriscono il nostro animo, le persone nel valore massimo dell'esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie, la società nella sua interezza. Lavorare non è morire».

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