Nel processo Orthrus, l’inchiesta dell’ottobre del 2019 condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri e condotta dai carabinieri, che aveva portato alla sbarra di 17 persone, sono arrivate le motivazioni della Terza sezione penale della Corte d’appello di Catanzaro. Corte che già nello scorso mese di marzo aveva dato corso alla rideterminazione delle condanne.
La presidente Caterina Capitò nell’udienza di venerdì ha emesso le motivazioni per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Le condanne avevano riguardato 13 dei 17 imputati, mentre per Vito Chiefari assolto con la sentenza di marzo, dopo che il pubblico ministero aveva chiesto 10 anni di reclusione è stato ritenuto estraneo in quanto dagli atti non sono emersi elementi sufficienti, idonei a dimostrare che l’imputato abbia mai rivestito all’interno del sodalizio di mafia operante nel territorio di Torre di Ruggiero che faceva capo ad Antonio Chiefari padre di Vito ritenuto dagli inquirenti il numero uno della cosca Chiefari – Iozzo operante nell’area delle Preserre ed in particolar modo tra i comuni di Torre di Ruggiero e Chiaravalle.
La Corte ha motivato in sentenza le argomentazioni esposte dagli avvocati Vincenzo Cicino e Giovanni Russomanno.
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