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Isola Capo Rizzuto, ecco la parabola di Esposito: da killer degli Arena a imprenditore

Il 69enne accusato dell’omicidio di Vatalaro messo a segno a Crotone nel 1991. Mannolo:« So che aveva una dote alta di ‘ndrangheta e che poi si era dato agli affari»

Mario Esposito

Da «braccio armato» della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto ad «imprenditore operante tra il Crotonese ed il Nord Italia». Così i collaboratori di giustizia parlano di Mario Esposito, il 69enne di Isola Capo Rizzuto che l'altro giorno è stato raggiunto in carcere (è già detenuto per il suo coinvolgimento nell'inchiesta "Krimata") da una nuova ordinanza d'arresto emessa nei suoi confronti, dal giudice delle indagini preliminari di Catanzaro. Esposito è ritenuto il killer di Giovanni Vatalaro, il 27enne commerciante crotonese affiliato al clan Megna di Papanice che venne freddato il 23 febbraio 1991 per un "regolamento di conti" tra le 'ndrine della provincia.
I pentiti, si legge nella richiesta di misura cautelare avanzata al gip dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Pasquale Mandolfino, «descrivono Esposito quale protagonista di una parabola criminale che prendeva le mosse da attività violente ed aggressive di stampo mafioso, per poi evolvere e, apparentemente, "ripulirsi" sotto le vesti di esponente del mondo dell'imprenditoria sana e legale».

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