Diventa definitiva la condanna all’ergastolo per Pasquale Manfredi, il 46enne di Isola Capo Rizzuto che era finito a processo per l’uccisione di Pasquale Tipaldi (avvenuta il 24 dicembre 2005) e per il tentato omicidio di Carmine Arena (settembre 2004), poi freddato il 2 ottobre dello stesso anno durante l’agguato portato a termine da un commando che utilizzò un bazooka. Ieri la Cassazione, respingendo il ricorso avanzato dal difensore dell'imputato, l'avvocato Salvatore Staiano, ha confermato il carcere a vita inflitto all'accusato il 27 maggio 2022 dalla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro.
La quale - nell'ambito del procedimento scaturito dall'inchiesta "Pandora" coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro e messa a segno il 27 novembre 2009 dalla Polizia di Stato contro la cosca Nicoscia di Isola Capo Rizzuto - venne chiamata a giudicare nuovamente Manfredi dopo che nel 2016 la Suprema Corte annullò con rinvio la sentenza dei giudici di secondo grado che, nel 2014, inizialmente comminarono il "fine pena mai" a carico del 49enne.
Era la vigilia di Natale del 2005 quando si consumò l'assassinio del 50enne Pasquale Tipaldi, considerato un uomo vicino alla potente cosca Arena di Isola Capo Rizzuto.
Tipaldi, titolare anche di una piccola impresa di movimento terra, fu assassinato lungo la strada provinciale che collega Isola al promontorio di Capo colonna, a colpi di lupara mentre si trovava al volante della sua macchina Renault Clio.
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