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Sanità a Catanzaro, Cardile (Sumai): l'Asp con le prenotazioni specialistiche fa il gioco delle tre carte?

L'Asp di Catanzaro

«Malgrado sia trascorso un mese dalla denuncia sulla stampa da parte del SUMAI di Catanzaro circa la problematica della necessità dell’abbattimento delle liste d’attesa delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche sul territorio, e, malgrado anche il Governo stanzi discrete somme per raggiungere l’obiettivo di una significativa riduzione dei tempi di attesa per una visita specialistica, nella nostra ASP assistiamo a vergognose pantomime di tipo gattopardiano e nulla si muove in merito all’implementazione delle prestazioni specialistiche, ovviamente a danno dei pazienti». E'0 quanto si legge in una nota a firma del dott. Antonino Cardile, Vice Segretario Provinciale del Sumai di Catanzaro.

«E malgrado il Sumai evidenzi continuamente la necessità improcrastinabile di permettere agli specialisti ambulatoriali interni l’ effettuazione, come previsto anche dall’Accordo Collettivo Nazionale, di “prestazioni aggiuntive” fuori dall’orario di servizio e l’ applicazione dell’ Accordo Integrativo Regionale incrementando le prestazioni anche in “overbooking”, l’azienda sanitaria - ha proseguito Cardile - continua a non recepire le istanze sindacali ed a non applicare, o applicare parzialmente, quanto previsto dal DCA 252 del 28/9/2023, che assegna al Commissario Straordinario obiettivi ben precisi in questo senso. In tutto questo assurdo silenzio operativo accade pertanto che gli utenti non riescono a prenotarsi per una visita specialistica o per un intervento chirurgico ambulatoriale e, poveretti, quotidianamente “ fanno visita” allo specialista nella remota speranza che, lui, possa risolvere le problematiche della lunga attesa.
Ed accade, per esempio, che l’agenda dello specialista chirurgo presso il PST di Catanzaro Lido sia aperta nei giorni previsti dall’incarico di lavoro, ma inspiegabilmente, per tutti i lunedì dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024 ( 6 ore di incarico/ settimana) non sia possibile effettuare una prenotazione per visita o intervento chirurgico: in pratica, secondo la situazione al 17/10/2023, nessun utente riesce a prenotarsi e lo specialista ha il suo piano di lavoro del lunedì mattina “vuoto”. Ed accade anche che l’agenda di lavoro dello stesso specialista presso il PST di Sersale sia chiusa a partire dal mese di gennaio, impedendo anche li di effettuare qualsiasi prenotazione».

«Spettacolo indecoroso- secondo Cardile -  per una azienda sanitaria che dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e che non riesce neanche ad organizzare una agenda di lavoro, o meglio, cerca di nascondere l’entità delle liste d’attesa con questo giochino delle “3 carte”: apre l’agenda periodicamente impedendo così di superare i 6 mesi di attesa, per poi chiuderla a secondo delle necessità temporali. Ma questo evidentemente rientra a pieno titolo nel reato di “ interruzione di pubblico servizio” e l’azienda ne è la sola responsabile. Però la stessa azienda, d’altra parte, è solerte ad organizzare l’agenda delle prestazioni aggiuntive, ben remunerate, per l’esiguo numero degli specialisti ambulatoriali dipendenti: ma così, se mi viene consentito, non si aumentano significativamente le prestazioni ed ovviamente non si abbattono le liste d’attesa, anche per l’esiguo numero di branche specialistiche interessate».

«Allora il Sumai si chiede: perché accade tutto ciò? Oltre alla disparità di trattamento tra specialisti convenzionati interni ( oltre il 90% ) e specialisti territoriali dipendenti (10% circa), quale è il reale obiettivo aziendale circa l’abbattimento delle liste d’attesa, problema ormai nazionale? Forse - conclude Cardile - una risposta c’è: incrementare le prestazioni di specialistica ambulatoriale diagnostiche e terapeutiche della sanità privata, a discapito della sanità pubblica?»

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