Sette imputati hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, altri due patteggeranno, mentre nei confronti di 36 persone il pm della Dda, Pasquale Mandolfino, ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio. Ieri, davanti al gup di Catanzaro Giuseppe De Salvatore, è terminata così la seconda udienza preliminare del procedimento scaturito dall'inchiesta "Krimata" (denaro, dal greco antico). Hanno scelto l'abbreviato: Salvatore Parisi, Giuseppe Cusato, Antonio Villirillo, Maria Nesci, Carmine Muto, Andrea Valenti e Mario Rosario Iuliano. Patteggiano: Alessandra Demasi (5 mesi e 13 giorni di reclusione) e Stefano Carillo (2 anni e 10 mesi). Rischiano il processo: Carmine Amoruso, Cinzia Bruno, Doria Bruno, Antonio Costantino, Virgilio D’Oppido, Antonio De Luca, Renato De Silva, Mario De Vicariis, Antonio Esposito, Antonio Franco, Nicola Franco, Maria Luisa Garista, Giuseppe Guarino, Maria Carolina Guarino, Giovanni La Face, Luca Laino, Francesco Leto, Giuseppe Maggio, Ion Mardari, Fabiola Marrelli, Lorenzo Marrelli, Giovanni Aldo Mellino, Luigi Muto, Santino Muto, Mario Napolitano, Vincenzo Panaia, Francesco Quattromani, Antonio Ranieri, Vincenzo Rappoccio, Filomena Rodio, Francesco Rondinelli, Maria Rondinelli, Francesco Savoia, Giuseppe Turrà, Anna Maria Veltri e Gregorio Viscomi. Con l'operazione scattata lo scorso 19 gennaio con sei misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza di Crotone, la Procura antimafia si disse convinta di aver sgominato una presunta organizzazione che – nata all’ombra della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto – dal 2013 avrebbe portato diverse imprese cartiere del settore edile ad emettere fatture false per 5 milioni di euro in favore delle aziende della sanità privata e non solo del gruppo Marrelli di Crotone, al fine di frodare lo Stato e fare intascare rimborsi Iva non dovuti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro