C'è anche la richiesta di aiuto ad un ministro nella vicenda dell’imputato di Rinascita Scott Giancarlo Pittelli, l’ex parlamentare di Forza Italia ed avvocato penalista oggi condannato a 11 anni per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e per due casi di rivelazione di segreto d’ufficio. Pittelli è stato invece assolto dall’accusa di abuso d’ufficio aggravato perchè il fatto non sussiste. Il 7 dicembre del 2021, pur trovandosi ristretto in regime di arresti domiciliari, Giancarlo Pittelli inviò una lettera con una richiesta di aiuto all’allora ministro Mara Carfagna, anche lei di Forza Italia, che la trasmise però alle autorità competenti e, quindi, alla magistratura. Nella missiva, Pittelli denunciava il suo stato detentivo invitando al contempo il ministro a mettersi telefonicamente in contatto con lui. Una violazione dei domiciliari a processo in corso - secondo l’accusa che aveva indotto la Dda di Catanzaro, guidata all’epoca dal procuratore Nicola Gratteri, a chiedere ed ottenere dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia il ripristino della detenzione in carcere. I giudici, in particolare, avevano evidenziato per Pittelli il pericolo di reiterazione del reato che aveva ottenuto i domiciliari dall’ottobre del 2020. La decisione di rispedirlo in carcere aveva scatenato diverse polemiche tra i penalisti italiani e tra alcuni parlamentari di Forza Italia solidali con l’ex deputato Pittelli.
Pittelli: "Lascio i commenti agli sciacalli"
«Sono sempre stato abituato a non commentare le sentenze, continuerò a farlo. Lascio agli sciacalli di turno il compito di imperversare, così come hanno fatto in questi 4 anni, sulle televisioni nazionali e locali». Lo ha detto all’Agi l’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, condannato oggi a 11 anni di carcere a conclusione del processo di primo grado «Rinascita-Scott» contro i clan della 'ndrangheta del Vibonese.
I legali di Pittelli: "Condanna indispensabile a salvare Rinascita"
«L'avvocato Giancarlo Pittelli viene condannato per quello stesso reato rispetto al quale solo pochi mesi fa la Corte di Cassazione prima, ed il Tribunale per il Riesame subito dopo, avevano escluso la sussistenza anche solo di indizi gravi di colpevolezza. Tanto basta a far comprendere, a tutti coloro che abbiano la onestà intellettuale di volerlo fare, quanto questa condanna fosse ad ogni costo indispensabile per salvare la credibilità della intera operazione investigativa Rinascita Scott». E’ quanto sostengono, in una nota, i legali di Pittelli, gli avvocati Giandomenico Caiazza, Salvatore Staiano e Guido Contestabile. «Sono dinamiche - proseguono - che abbiamo drammaticamente imparato a conoscere in altri clamorosi casi giudiziari, a cominciare da quello di Enzo Tortora; e da quei casi giudiziari abbiamo anche imparato che, alla fine, l’innocenza dell’imputato verrà riconosciuta, seppure con imperdonabile ritardo, e dopo aver causato danni incommensurabili. Questo sarà, da subito, il nostro ancora più determinato impegno, questa la nostra certezza».
De Magistris su Pittelli: "Il tempo è galantuomo"
«Il tempo è galantuomo, ma le ingiustizie subite dalla criminalità istituzionale non saranno mai riparate». Lo afferma, in una nota, Luigi de Magistris, ex magistrato ed ex sindaco di Napoli. «Questa mattina il Tribunale di Vibo Valentia - aggiunge - ha condannato nel processo Rinascita Scott ad 11 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa l’avvocato Giancarlo Pittelli, già coordinatore regionale di Forza Italia poi Fratelli d’Italia, già deputato e senatore. Quando da pm a Catanzaro indagai nel 2006/2007 Pittelli per associazione a delinquere, riciclaggio e partecipazione a logge occulte nell’ambito dell’indagine Poseidone su gravissimi crimini nel settore ambientale, il Procuratore della Repubblica Lombardi, di cui Pittelli era avvocato ed amico caro, mi revocò l’indagine. Sei mesi prima il figlio della moglie del Procuratore era stato anche assunto nella società dell’avvocato Pittelli e il Procuratore diede pure fideiussione. Lo stesso figlio recentemente è stato arrestato in flagranza per una concussione di 50 mila euro».
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