“Rompiamo il silenzio”, a Crotone avvocati e Comitato Pari Opportunità celebrano la giornata contro la violenza sulle donne
Prima le scarpe rosse simbolo della lotta alla violenza contro le donne posizionate sulla scalinata davanti al Palazzo di giustizia; poi le riflessioni sugli strumenti da adottare per prevenire i soprusi verso le donne e, soprattutto, i femminicidi. Così, questa mattina, gli avvocati di Crotone e il Comitato pari opportunità dell'ordine forense hanno voluto celebrare dentro e fuori il Tribunale la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne". All'iniziativa, dal titolo “Rompiamo il silenzio", hanno preso parte non solo gli avvocati ma anche i magistrati, i carabinieri, i poliziotti, i rappresentanti delle istituzioni locali e del mondo associativo, assieme agli studenti del Liceo classico "Pitagora" e degli istituti "Gravina" e "Ipsia". Non solo. Perché i presenti nel corso della manifestazione hanno tenuto tra le mani dei cartelli rossi che riportavano una serie di moniti: «Se il tuo dolore non gli-le fa male...VATTENE», «Se la sua frase preferita è "non mi interessa"...VATTENE», «Se quando si arrabbia sbatte o colpisce le cose intorno a sé...VATTENE». «Abbiamo deciso di uscire fuori dalle aule di giustizia dove quotidianamente vengono garantiti i diritti delle persone», ha detto Pasquale Montesano, presidente del Comitato pari opportunità. Duro l'intervento di Caterina Marano, presidente dell'Ordine degli avvocati: «Bisogna parlare di violenza per saperla riconoscere, e bisogna farlo ad alta voce e a testa alta», ha esortato per poi aggiungere: «Il femminicidio – ha concluso - è l'ultimo tassello del femminicidio perché viene sempre preceduto da altre vessazioni ai danni della donna». Spazio pure alle magistrate, in prima linea nel perseguire e sanzionare le violenze che si abbattono sulle donne. «Abbiamo il compito di combattere e prevenire i femminicidi che arrivano sempre alla fine degli episodi di violenza», ha commentato la giudice delle indagini preliminari, Elvezia Cordasco. Sulla stessa linea la pubblico ministero, Rosaria Multari: «Spesso siamo i primi ad avere a che fare con storie di violenza - ha osservato - e credo che serva creare una cultura per cercare di prevenire la violenza». Invece, l'assessora Angela Maria De Renzo, in rappresentanza dell'amministrazione comunale, ha ricordato che giovedì il sindaco, Vincenzo Voce, ha iniziato la seduta del Consiglio con un minuto di silenzio in memoria della giovane Giulia Cecchetin, uccisa dal suo fidanzato. La manifestazione è proseguita con le riflessioni di Rita Procopi dell'Inner Wheel, Francesca Pellegrino del Coni, Marianna Barilari della rete d'accoglienza e integrazione Sai, Francesca Perziano del Centro antiviolenza “Udite Agar”, Raffaela Dattolo, giudice onoraria, e dei ragazzi delle scuole.