Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

’Ndrangheta e sanità a Petilia Policastro, chiesti 12 anni per il figlio del boss "Tummulune"

Dodici anni di carcere. È la condanna che il pm della Dda, Pasquale Mandolfino, ha chiesto al gup di Catanzaro per Nicola Comberiati, il 39enne di Petilia Policastro, figlio del boss detenuto Vincenzo, detto "Tummulune", coinvolto nel procedimento di rito abbreviato scaturito dall'inchiesta che ha reciso le presunte commistioni tra la cosca petilina, attiva anche a Cotronei, ed un pezzo della sanità privata locale. Comberiati, ritenuto dagli inquirenti il reggente del clan petilino nella frazione di Foresta, deve rispondere di associazione ’ndranghetista, estorsione, usura e violenza privata, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. L'imputato è stato arrestato lo scorso 16 marzo con altre cinque persone nell'ambito dell'operazione che ha consentito ai carabinieri di infliggere un altro duro colpo alla ’ndrina di Petilia Policastro, sulla scia del blitz “Eleo” del 2021. Come ripercorso in aula dal pubblico ministero, le indagini avrebbero fatto luce su quanto accaduto due anni fa quando Robert Oliveti, l'imprenditore della sanità privata sotto accusa davanti al Tribunale Crotone, si rivolse al 39enne per vincere il braccio di ferro a colpi di atti intimidatori con i fratelli per ottenere la completa gestione della Rsa del gruppo di famiglia, "Santino Covelli". «E mo’ gli faccio un c... con Nicola che devono ballare a cartella verde!»: così Oliveti esternò alla moglie Marianna Poerio (anche lei sotto accusa) la sua volontà di proseguire le vessazioni contro la sorella servendosi di «Nicola» - ovvero Nicola Comberiati - per far pendere a proprio favore il contenzioso sulla conduzione della struttura sanitaria. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro  

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