«La centrale biomasse si deve salvare». Lo hanno ripetuto più volte ieri mattina i lavoratori dell'impresa "Serravalle Energy" di Cutro che, insieme alle proprie famiglie, hanno preso parte al sit-in organizzato dai sindacati davanti alla Prefettura di Crotone. La manifestazione è scaturita dalla decisione del Gestore servizi energetici (Gse) di sospendere l'erogazione degli incentivi pubblici alla centrale in seguito al coinvolgimento della società (oggi gestita dagli amministratori giudiziari) nell'inchiesta "Black wood" coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Le indagini, venute alla luce il 3 ottobre 2022 con 31 arresti eseguiti dai carabinieri, avrebbero reciso i presunti “tentacoli” che la cosca capeggiata dal boss di Mesoraca, Mario Donato Ferrazzo, avrebbe allungato proprio sulla lavorazione della legna nella centrale a biomasse di Cutro per la produzione d’energia elettrica. Secondo gli inquirenti, il cippato, ricavato dal taglio indiscriminato dei boschi della Sila, sarebbe stato bruciato con rifiuti di ogni genere nell'impianto: dalla plastica al cemento fino all’asfalto. In questo modo – per i pubblici ministeri - l’azienda avrebbe percepito indebitamente incentivi maggiorati basati sui conferimenti di prodotto legnoso effettuati violando la normativa del settore. Da qui la scelta del Gse di mettere uno stop agli incentivi fino a quando non arriverà la sentenza di primo grado, con conseguente chiusura dello stabilimento per l'impossibilità di proseguire le attività e la perdita di 150 posti di lavoro. Di questi, 45 sono i dipendenti diretti della "Serravalle Energy" mentre la restante parte è rappresentata dall'indotto.
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