L’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi, insieme a diverse associazioni impegnate nella lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca), hanno svolto oggi una serie di manifestazioni in 29 città italiane, incluse Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Cosenza, Crema, Cremona, Firenze, Genova, Grosseto, Imperia, Latina, Lecce, Martina Franca, Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Rimini, Roma, Torino, Trieste, Verona, Vicenza e Venezia. «Dalla piazze - commenta Camilla Velotta della Rete degli Studenti Medi - lanciamo un grido di allarme e una richiesta di attenzione urgente sul tema dei Dca, una problematica che colpisce milioni di persone in Italia, causando ogni anno la morte di 4.000 persone. Abbiamo deciso di mobilitarci perché la cancellazione del fondo per la prevenzione e il contrasto di queste patologie, contenuta nella Legge di Bilancio 2024, non delinea un Paese in cui le nuove generazioni abbiano garantiti benessere e salute. Il rinnovo del fondo annunciato alla Camera dal Ministro, è un primo passo ma non ci basta. Servono più risorse così come urge un intervento strutturale e immediato nell’inserire un capitolo autonomo all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza per le prestazioni relative ai disturbi alimentari. Solo così è possibile offrire trattamenti specifici ed omogenei sul territorio nazionale». I soggetti promotori della mobilitazione (Chiedimi come Sto, Udu, Rete Studenti Medi, Fondazione Fiocchetto Lilla, Animenta DCA, Maruska Albertazzi) hanno letto in tutte le piazze e consegnato al Ministero della Salute una lettera indirizzata a Schillaci. Dal testo emerge una situazione drammatica, anche a causa della carenza di centri specializzati pubblici per il trattamento dei DCA, oltre ad elencare le richieste che associazioni, giovani, studenti, pazienti e famiglie rivolgono al Governo. «La rivendicazione principale contenuta nella lettera - spiega Camilla Piredda, coordinatrice dell’Unione degli Universitari - è quella di un incontro urgente con il Ministro e la convocazione di un tavolo permanente per definire soluzioni efficaci e durature. Non riteniamo accettabile che i Dca siano ancora classificati insieme ad altre patologie psichiatriche, un’aggregazione che limita la possibilità di trattamenti specializzati e uniformi su tutto il territorio nazionale. Ripartiamo dal fondo istituito nel 2022, il quale ha apportato significativi miglioramenti nel trattamento dei DCA, creando 80 servizi tra ambulatoriali e day hospital, che ora devono essere salvati dai tagli che rischiano di farli chiudere». Nella lettera si sottolinea come, nonostante i progressi, l'accesso alle cure in Italia rimanga limitato, con una distribuzione geografica ineguale dei centri specializzati e lunghe liste d’attesa per i servizi pubblici. Questo scenario è aggravato dal fatto che i DCA non sono una problematica che riguarda esclusivamente le giovani donne, ma un disturbo che si estende a un’ampia gamma di età e generi. I soggetti promotori evidenziano nella missiva al Ministro Schillaci come circa l’80% delle persone affette non sia consapevole di avere un disturbo alimentare. Questo rende fondamentale una rete diffusa di servizi specializzati per la prevenzione e la cura, che non può essere delegata unicamente ai servizi psichiatrici generali. «Lanciamo un appello - concludono i soggetti promotori - al Governo, affinché riconosca finalmente la necessità di un’azione immediata. In gioco vi è la vita di persone, spesso giovani e vulnerabili. Non possiamo più aspettare».