Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

San Leonardo di Cutro, «un gruppo pericolosissimo» estorceva denaro ai villaggi

«Un gruppo criminale organizzato, pericolosissimo, forte di numerosi componenti, gerarchicamente ordinato, disposto ad usare la violenza terrorizzante e collegato ad altre organizzazioni mafiose che ne accrescono il potere». Ecco come la Corte d’appello di Catanzaro descrive la cosca Mannolo-Zoffreo-Trapasso-Falcone di San Leonardo di Cutro. E lo fa nelle motivazioni della sentenza con la quale, il 9 ottobre scorso, ha inflitto 18 condanne nei confronti di altrettanti imputati coinvolti nel processo di secondo grado di rito ordinario scaturito dalle inchieste unificate Malapianta-Infectio coordinate dalla Dda di Catanzaro. Si tratta delle operazioni messe a segno da Guardia di finanza di Crotone (Malapianta) e Polizia di Stato (Infectio), tra maggio e dicembre 2019, sull’asse San Leonardo di Cutro-Umbria contro le vessazioni che i “sanleonardesi” avrebbero perpetrato ai danni dei villaggi turistici della costa ionica crotonese, e il loro presunto radicamento a Perugia. Il clan, scrive il collegio presieduto da Giancarlo Bianchi, ha esercitato un «controllo assoluto e capillare» del «territorio di competenza», ossia San Leonardo di Cutro e le aree limitrofe, attraverso «lo sfruttamento parassitario e violento di ogni risorsa e iniziativa economica» e, contestualmente, imponendo una «condizione di intimidazione e di omertà delle parti offese e della società civile». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

leggi l'articolo completo