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“Grande Catanzaro”, il sindaco guarda allo sviluppo turistico

Conferma la visione di una Grande Catanzaro che non solo sia aperta al vasto hinterland con un rapporto istituzionale sempre più stretto con i vari centri ma che miri anche a valorizzarne le ricchezze culturali e ambientali. Il sindaco del capoluogo di regione, Nicola Fiorita, prosegue verso la realizzazione di questo progetto che ha già mosso diversi passi e stavolta guarda alla realtà della Sila, con riferimento al Grande Albergo delle Fate, tra i «simboli della Grande Catanzaro».
Fiorita si sofferma sul rischio abbandono. E chiarisce che nella sua «visione di Grande Catanzaro tesori come la rotonda di Copanello, il Grande Albergo delle Fate, il parco archeologico di Scolacium, il polo archeologico di Tiriolo, i capolavori di Mattia Preti a Taverna, la riserva di Valli Cupe, il Santuario della Madonna di Porto e tanti altri ancora, fanno parte di un patrimonio unico e inestimabile che appartiene anche alla città capoluogo. Sono i luoghi del cuore per generazioni di catanzaresi, ma anche tasselli potenziali di una nuova strategia turistica dell'intera area».
Ricorda che il Grande Albergo delle Fate è un «capolavoro architettonico voluto da Eugenio Mancuso (a cui si devono anche il Grande Albergo Moderno e l’omonima galleria), è stato al centro della vita culturale e mondana degli anni Cinquanta e Sessanta. I mostri sacri del cinema italiano, da Vittorio Gassman a Sophia Loren a Raf Vallone, sono stati ospiti». Si chiede quindi com’è possibile che nessun imprenditore «sia interessato a fare rivivere questa meraviglia. Possibile che le Istituzioni non pensino a un progetto per trasformarlo in un museo della montagna o altro contenitore culturale e ambientalistico?». Per il sindaco, dunque, la Grande Catanzaro potrebbe mettere assieme «tutti i nostri tesori per costruire una straordinaria offerta turistica».

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