Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Minacciò di morte Gratteri e un suo pm, Mirarchi si difende: quella lettera non è mia

20050826 - CATANZARO - CRO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA REALIZZAVA ESTORSIONI DA CARCERELa Casa circondariale di Catanzarosita nel quartiere di Siano . Santi Timpani, boss mafioso affiliato al clan capeggiato da suo cognato, Luigi Sparacio, grazie a un telefono cellulare detenuto illegalmente in carcere impartiva ordini e inviava messaggi a un suo complice. FRANCO CUFARI ANSA-CD

Ha negato la paternità della lettera inviata dal carcere di Catanzaro con minacce di morte rivolte all'allora Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ora a Napoli con lo stesso ruolo direttivo, e ad un altro magistrato in servizio nella Procura del capoluogo calabrese, Debora Rizza, il presunto autore della missiva, Salvo Gregorio Mirarchi, di 32 anni, di Montepaone (Catanzaro). Mirarchi, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, assistito dal difensore di fiducia, l'avvocato Francesco Palumbo, del Foro di Salerno, collegato da remoto, ha risposto alle domande che gli sono state poste. All'epoca in cui è stata spedita la lettera di minacce, in cui l'autore affermava che avrebbe messo in atto i suoi propositi contro i due magistrati se non fosse stato scarcerato, Mirarchi era già detenuto nel carcere di Catanzaro con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e per la detenzione illegale di una pistola. In attesa della decisione del Gip di Salerno, competente per territorio, l'indagato rimarrà detenuto nel carcere di Catanzaro.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia