
«Le conversazioni intercettate non disvelano l’illecito coinvolgimento dell’appellante nel disegno criminoso». È quanto scrive il Tribunale di Catanzaro, Seconda Sezione Penale, che ha annullato la misura interdittiva della sospensione per un anno dall'esercizio di pubblici uffici che era stata inflitta all'avvocato catanzarese Francesco Masciari, coinvolto nell'inchiesta “Glicine-Akeronte” e già direttore generale dell’Asp di Crotone. Il collegio, presiedutoda Roberta Cafiero, affiancato dai giudici Silvia Manni e Barbara Elia, ha accolto l'appello della difesa, rappresentata dall'avvocato Giovanni Merante, e revocato la misura alla quale Masciari era sottoposto dal giugno dello scorso anno. Secondo il teorema accusatorio, la partecipazione del Masciari alla struttura criminale si sarebbe estrinsecata nella totale messa a disposizione nei confronti di Vincenzo Sculco, che ne avrebbe perciò propiziato la nomina a direttore amministrativo dell’Asp di Crotone. Ma per i giudici del Riesame «non v'è prova in atti che il Masciari fosse al corrente e avesse fatto proprie le strategia di condizionamento ordite da Sculco».
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