Un vero e proprio grido d’allarme, quello che gli esercenti dell’aeroporto di Lamezia Terme hanno portato all’interno della VI Commissione consiliare permanente (quella relativa proprio alle attività produttive): oltre a problematiche prettamente strutturali – calo sostanzioso dei voli e soprattutto dei passeggeri, numeri ancora lontani dagli anni pre-covid – i commercianti lamentano le difficoltà che stanno portando anche a licenziamenti. A farla da padrona è soprattutto l’accusa mossa a Sacal di distanza e di nessuna accoglienza, quantomeno, nell’ascolto delle problematiche. «Abbiamo fatto una richiesta formale alla Sacal» lamenta uno degli esercenti «senza nessuna risposta, l’intera area centrale della Calabria sembra non interessare, la domanda si sta desertificando, se vengono meno i passeggeri viene meno tutto». Si è parlato ancora della vicenda hub Ryanair a Reggio che, per quanto dettata da scelte aziendali, provoca comunque più di una preoccupazione – se è vero che la politica può e deve preoccuparsi dello sviluppo dei territori – a Lamezia. «Da quando Sacal ha ricevuto il finanziamento di Cisvolare» ricorda il consigliere Piccioni «non abbiamo avuto ancora alcun impatto, siamo ancora in alto mare con i lavori di ammodernamento, si è concentrata negli ultimi anni quasi esclusivamente a risolvere le problematiche della pista di Reggio trascurando Lamezia: da anni aspettiamo un incontro con Franchini». E ancora dalle testimonianze degli esercenti, la proprietaria di un tabacchino e di una libreria nell’aerostazione rincara la dose su una certa desertificazione commerciale, «il problema è che non si lavora, inizio alle 5 di mattina e finisco alle 8, oggi in arrivo ci sono solo 8 voli, ho chiesto abbattimento delle utenze perché pago royalties da un lato, royalties e fitto dall’altro, più le utenze per entrambi, si potrebbe fare qualcosa di più a livello stagionale, visto che ci barcameniamo solo grazie ai mesi estivi». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro