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Ricongiungimenti familiari dopo Cutro, tempi biblici. L'avvocata Vicchio: “Ecco perché il Governo ha sbagliato a prometterlo” VIDEO

C'è un termine-simbolo nella tre giorni commemorativa sviluppata tra Crotone e Cutro: ricongiungimento. Lo richiedono a gran voce da dodici mesi i sopravvissuti che desiderano ritrovare le rispettive famiglie. Non è facile e non lo sarà anche nel lungo periodo. lo ha spiegato in maniera chiara, nel corso della conferenza di fine programma, l'avvocata cosentina Lidia Vicchio, rappresentante dell'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione). La promessa formulata dal Governo sul ricongiungimento, appunto, non si poggiava su basi solide ed ecco perché: «Il ricongiungimento familiare può essere attivato soltanto nei confronti di quelle persone che hanno già effettuato la procedura di riconoscimento della protezione internazionale», spiega l'avvocata. «Quindi, in quel momento si è sbagliato a sbilanciarsi, perché non era possibile promettere nulla. Nel momento in cui l'iter si conclude, inoltre, in base al livello di protezione che viene riconosciuto, si può chiedere il ricongiungimento, ma a determinate condizioni e per determinate categorie di persone. Si badi bene, non per tutte: per esempio, i fratelli non possono essere ricongiunti così come i genitori; caso diverso per i coniugi, i figli minorenni e quelli nati fuori dal matrimonio a patto che ci sia il consenso dell'altro genitore. Tradotto: il ricongiungimento paventato in quella sede non aveva motivo d'esistere, ma bisognava trovare un'altra formula. Detto ciò, la soluzione alternativa non è facile da trovare perché in Italia, ad esempio dall'Afghanistan, si arriva in modo irregolare e poi si manifesta la volontà di chiedere asilo una volta giunto nel nostro Paese. L'altra possibilità è poter contare su un permesso di soggiorno che deve arrivare dal Paese di provenienza. Quali tempistiche del ricongiungimento per chi acquisisce lo status? Molto lunghe. Una volta che viene presentata la domanda, c'è un passaggio istituzionale che riguarda Prefettura, Questura e ambasciate che devono rilasciare il visto. Io sono di Cosenza, ad esempio, e qui trascorrono due o tre anni». La posizione di molti migranti, stando alle parole dell'avvocata Vicchio, non sarà facile da gestire: «Nei prossimi anni, per via del Decreto Cutro, molti di loro si troveranno a essere irregolari, senza il permesso di soggiorno». Finale dedicato all'assenza di rappresentanti del Governo nei tre giorni dedicati alla commemorazione: «Non hanno brillato in quanto a sensibilità neanche lo scorso anno, quindi personalmente non nutrivo particolari aspettative. Di sicuro, il Decreto ha impattato in maniera forte sul diritto dell'immigrazione».

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