L’ossessione della cosca Catarisano per i controlli delle forze dell’ordine sul territorio era tanta. Emerge anche questo dalle pagine dell’inchiesta Scolacium che, all’alba di giovedì scorso, ha portato all’arresto di 22 persone, facenti parte delle consorterie criminali operanti nei territori di Borgia, Girifalco, Vallefiorita, Squillace e Amaroni. I presunti esponenti del sodalizio borgese, Pietro Abbruzzo e Massimo Citraro, si dimostravano particolarmente attenti ai movimenti dei carabinieri sul territorio, temendo che prima o poi sarebbe scattata una retata. In una conversazione del 29 novembre 2018 captata dagli inquirenti, Citraro parla con tale Giovanni il quale gli riferisce un episodio, a suo dire, strano. «C’era un furgone bianco della Citroen...Massimo, nuovissimo di zecca, con una scala di sopra, c’era un ragazzo che ha detto che c’era questa scala di sopra, c’era prima vicino una Punto con all’interno due carabinieri, poi era da solo, comunque non ci ho fatto caso, ho preso e me ne sono andato – prosegue l’interlocutore - mi sono parcheggiato alle scuole elementari, vicino a dei bambini; non sono arrivati lì!! hanno detto “ve ne dovete andare” e gli ho detto scusa a questo ... “perché ce ne dobbiamo andare?” “E ve ne dovete andare” noi non ce ne siamo andati e dopo, dopo un po’ questo ha preso un tablet e si è messo a guardarlo; ha detto “ve ne dovete andare”, gli ho detto “ma stai cercando rogne” perché io non avevo capito, ha detto “carabinieri, ve ne dovete andare”».
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