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Guerriglia post-derby Cosenza-Catanzaro, Fiorita: "Troppi buchi neri". Mormile: "Non penalizzare i tifosi corretti"

Il sindaco della città capoluogo di regione torna sugli incidenti di domenica sera dopo la partita: "Gli incidenti potevano e dovevano essere evitati, anche perché la rivalità tra le due tifoserie non è cosa nuova"

«Ci sono troppi buchi neri nella gestione delle tifoserie nel derby, troppe cose che non hanno funzionato, troppe carenze nei sistemi di prevenzione. Così non va. Ho sentito il sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro, di cui conosco serietà, correttezza e sensibilità, per esprimerle la mia preoccupazione e i miei dubbi. Penso, innanzitutto, che sia necessario ricostruire la dinamica degli incidenti, ma soprattutto individuare le falle nel sistema». Lo afferma il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, in relazione agli incidenti che hanno fatto seguito al derby di serie B Cosenza-Catanzaro. «Nessuna intenzione da parte mia di giustificare chi commette reati - prosegue - ma non posso girarmi dall’altra parte quando viene messa in discussione l’immagine e la reputazione della mia città e della nostra tifoseria. Gli incidenti potevano e dovevano essere evitati, anche perché la rivalità tra le due tifoserie non è cosa nuova. Vengano, pertanto, ricostruiti in maniera seria ed equilibrata anche i vari passaggi della gestione dell’ordine pubblico, perché questo è utile per ristabilire la verità ed evitare che, in futuro, possano verificarsi nuovi deprecabili episodi di violenza».

«La repressione, pure necessaria - conclude Fiorita - non risolve il problema. Il Catanzaro è seguito da decine di migliaia di tifosi in Calabria e in tante città del centro nord e, perfino, all’estero. La loro passione non merita di essere offuscata e io farò di tutto perché ciò non avvenga. Io non rinuncio al sogno di una regione unita attorno al suo Capoluogo e sono certo che, nelle prossime ore, con il sindaco di Cosenza Franz Caruso troveremo assieme il modo di condannare le violenze e di riaffermare la fratellanza tra due città civili, colte e democratiche e che assieme dovranno marciare per una Calabria migliore».

Usigrai: "Giornalisti del servizio pubblico lontani da campanilismi"

"I giornalisti del servizio pubblico sia che lavorino per una testata nazionale, come il Tg1, o locale, come la Tgr Calabria, si tengono ben lontani dai campanilismi e dalle rivalità regionali e si limitano a raccontare i fatti per quelli che sono. Per questo l’Usigrai ritiene inaccettabili gli attacchi ai colleghi che hanno realizzato servizi sugli scontri fra ultrà di Cosenza e Catanzaro". E’ quanto si legge in una nota firmata dall’Esecutivo Usigrai. "E se possiamo anche ignorare il fango che arriva dai social - sempre più sfogatoio di frustrazioni - non possiamo in alcun modo accettare che la politica locale di Catanzaro, da destra a sinistra, metta in discussione il lavoro di due professionisti accusandoli di giornalismo a tesi, di travisare i fatti e alterare la verità. Affermazioni gravissime contenute in un documento nel quale nemmeno vengono condannate le violenze che hanno macchiato una partita di calcio".

21 consiglieri comunali di Catanzaro: "Perchè a 72 ore dal derby non abbiamo una ricostruzione veritiera e ufficiale?"

«A circa 72 ore dai fatti del derby, ancora non abbiamo una ricostruzione veritiera e ufficiale, da parte di questura e prefettura di Cosenza, su quanto accaduto domenica. Perché?». A chiederlo, in una nota congiunta e trasversale ai partiti, sono 21 consiglieri sui 30 che compongono il Consiglio comunale di Catanzaro - tra i quali il presidente dell’assemblea Giandomenico Bosco - in relazione agli scontri che hanno fatto seguito al derby di serie B di domenica scorsa Tra Cosenza e Catanzaro. «Tutte le informazioni trapelate sulla stampa, molte delle quali risultate poi false come la presunta aggressione a bambini da parte della tifoseria catanzarese - proseguono - sembrerebbero state fornite (ad arte?) proprio da fonti vicine agli inquirenti della città bruzia a giornalisti 'amicì, come rivelano alcune fonti di stampa della stessa città di Cosenza, e in questo percorso di disinformazione la Rai Calabria ha avuto un ruolo strategico. Perché? Serviva, per caso, a coprire una pessima pianificazione dell’evento e della gestione dell’ordine pubblico? Al di là della condanna per ogni episodio di violenza appare chiaro che esistono palesi anomalie ed infatti ecco alcuni interrogativi». Gli interrogativi riguardano, tra l’altro se le forze dell’ordine erano sufficienti per il servizio e perché «non si è stati in grado di garantire la sicurezza dei rappresentanti della società oggetto di aggressione in tribuna» e «nessun tifoso del Cosenza è stato fermato». I consiglieri chiedono anche di sapere «si è consentito che la tifoseria catanzarese venisse fatta oggetto durante tutta la partita di lancio di fumogeni, bombe carta, pietre, bottigliette d’acqua e addirittura venissero puntate contro il settore batterie di fuochi di artificio» senza l’intervento di steward o forze dell’ordine. Inoltre viene chiesto perché non è stata presidiata la rotatoria del McDonald «dalla quale partono oggetti contro i tifosi del Catanzaro» ma nessun tifoso del Cosenza «viene fermato o identificato». «Perché - chiedono ancora i politici - i video che riprendono la realtà vengono tagliati ad hoc dalla Rai? Chi ha danneggiato i bus dei tifosi catanzaresi? Perché non si è dato credito alle testimonianze sui social di esponenti della tifoseria cosentina su quello che è realmente accaduto?" «Semplici domande - concludono - alle quali le autorità competenti di Cosenza crediamo debbano dare risposte veloci e serie. Auspichiamo che gli organi competenti facciano piena luce sull'accaduto. Perché il rischio, certezza oggi, è che tutto ciò non faccia altro che danneggiare la città di Catanzaro e l’Us Catanzaro in un momento storico e delicato. E non vorremmo che oggi i catanzaresi continuassero a pagare strane e sconosciute regie che minano sempre più a demolire il Capoluogo di Regione».

La presa di posizione del presidente della Provincia

"Il Catanzaro calcio e il meraviglioso popolo giallorosso rappresentano un patrimonio identitario non solo della città bensì dell’intera provincia e di tanti altri territori della Calabria. Per tali ragioni sento il dovere di richiamare tutti ad un’attenta e puntuale valutazione dei fatti accaduti domenica scorsa nelle fasi successive alla partita giocata a Cosenza. Sono disponibili in rete diversi filmati, molti dei quali girati da cittadini e tifosi del Cosenza calcio, che testimoniano l’andamento dei fatti". Lo ha affermato, in una nota, il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile.

"Premettendo la condanna degli episodi di violenza, sarebbe stato opportuno che il racconto degli accadimenti avvenisse in maniera obiettiva e corretta. Abbiamo invece assistito a racconti giornalistici incompleti, che hanno prodotto l’effetto di mortificare la dignità di una città capoluogo e di un’intera provincia. Auspichiamo che dopo i provvedimenti adottati a carico di alcuni tifosi e dopo le salate multe inflitte alla società dell’US Catanzaro 1929, non si prosegua oltre - ha intimato Mormile - con ulteriori limitazioni per le prossime partite, in casa e fuori casa, in cui sarà di scena la nostra meravigliosa squadra. I giallorossi, con le loro gesta, ci hanno proiettato nelle primissime posizioni di classifica del campionato di serie B e tutta Italia ci guarda con stupore ed ammirazione. Facciamo in modo che la bella favola possa proseguire. Il popolo giallorosso, specie in questa fase cruciale del campionato, deve poter continuare ad essere il dodicesimo uomo in campo attraverso il suo calore diffuso dagli spalti del Ceravolo e degli altri stadi previsti dal calendario del campionato cadetto. Pietro Iemmello e compagni hanno un vitale bisogno di sentire la vicinanza e la passione dei loro tifosi. Chi sarà chiamato a prendere decisioni, in merito all’accesso alle prossime partite del Catanzaro, valuti anche le possibili conseguenze di provvedimenti restrittivi che si avrebbe difficoltà a comprendere ed accettare. Si faccia in modo di ritornare presto a parlare di calcio giocato e di tifo educato. In questo il Catanzaro e il suo popolo hanno dato lezioni in tutta Italia".

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