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La commissione antimafia lascia il Comune di Cerva

Concluso il lavoro a tre mesi dall’insediamento scaturito dal blitz “Karpanthos”. Ora parola al Viminale

La commissione d’accesso, inviata nel Comune di Cerva dal prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, ha concluso il suo lavoro d’indagine. L’organismo formato da Vito Turco, capo di Gabinetto della Prefettura, dal tenente colonnello Roberto Di Costanzo, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, e da Antonio Arnoni dell’Agenzia del demanio, era stata incaricata dal prefetto, su delega del ministro dell’Interno Piantedosi, di verificare possibili ingerenze o condizionamenti da parte della criminalità organizzata nella vita amministrativa del piccolo centro, ai piedi della Sila. La commissione che era stata nominata per tre mesi, prorogabili per ulteriori tre, ha concluso il suo lavoro nel tempo previsto.
L’insediamento nel Comune di Cerva, alla fine dell’ottobre scorso, è stato determinato dall’inchiesta Karpanthos, scattata all’alba del 22 settembre scorso, che ha visto come epicentri proprio i Comuni di Cerva e Petronà. Erano state 52 le ordinanze cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale nei confronti dei presunti esponenti delle consorterie mafiose operanti nei territori di Petronà e Cerva, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, estorsione e intestazione fittizia di beni.
Nella rete degli investigatori, coordinati dalla Dda di Catanzaro, erano finiti anche il sindaco (sospeso) di Cerva Fabrizio Rizzuti, l’assessore Raffaele Scalzi e il consigliere Raffaele Borelli.

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