Assolti "perché il fatto non sussiste". Oggi, il Tribunale di Crotone ha scagionato i quattro imputati, tra imprenditori e tecnici, coinvolti nel processo scaturito dall'inchiesta della Procura che ipotizzava un raggiro messo a segno dall'impresa “Calabretta snc di Calabretta Salvatore e figli” per accaparrarsi i finanziamenti della Regione in occasione dei lavori per l'efficientamento energetico del Palazzo di giustizia di Crotone. Sotto accusa erano finiti a Mauro Calabretta e Gianluca Calabretta, rispettivamente amministratore e direttore tecnico della società, il direttore dei lavori Vincenzo Capozza e il collaudatore Salvatore Frontera, che dovevano rispondere di truffa aggravata e falso ideologico. La vicenda risale al 2015, quando il Comune di Crotone assegnò all'azienda gli interventi - della portata di 791.404.03 euro - che erano stati erogati dalla Cittadella di Catanzaro. Secondo una prima valutazione degli inquirenti, gli imputati avrebbero "falsamente" attestato, di volta in volta, "il puntuale" adempimento dei lavori "a regola d’arte". Al punto da far ritenere agli investigatori che le opere sarebbero state portate a termine in maniera incompleta e irregolare, così da consentire alla ditta di incassare indebitamente lo stanziamento regionale. Una tesi accusatoria che però è crollata nel corso del dibattimento. La giudice Chiara Daminelli, accogliendo la tesi degli avvocati difensori, ha infatti sancito che l'appalto era stato ultimato "a regola d'arte" anche attraverso la realizzazione di ulteriori lavori che in prima battuta non facevano parte dell'affidamento. Così Mauro Calabretta ha commentato l'assoluzione: "Sono estremamente soddisfatto che la giustizia, facendo il suo corso, ha acclarato l'insussistenza dei fatti ingiustamente addebitatimi, ma non posso manifestare il mio rammarico per gli otto lunghi anni trascorsi in attesa della definizione del processo a mio carico". E infine: "Un processo per il quale sarebbero bastati 5 minuti ed i necessari accertamenti per comprendere che i fatti contestati erano privi di ogni fondamento". Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Tiziano Saporito, Mario Nigro e Fabrizio Pontieri. Il Comune di Crotone, in qualità di parte civile, è stato assistito dall'avvocata Maria Vincenza Corigliano.
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