Resta confermata per la Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto l'interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Crotone. Così ha stabilito ieri il Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro che, dopo il momentaneo stop alla restrizione, ha rigettato l'istanza dell'associazione di volontariato che chiedeva l'annullamento, previa sospensione, del provvedimento emesso dall'Ufficio territoriale di governo il 24 gennaio scorso. L'interdittiva era stata disposta nei confronti della Prociv Arci (che s’era aggiudicata con altre la società (in un’associazione temporanea di imprese), la gestione del Centro d’accoglienza per migranti di Sant'Anna oltre che fare parte dei progetti di accoglienza della Provincia di Crotone, in quanto sarebbe emersa «l'esistenza di un effettivo rischio di contaminazione mafiosa» dell'organizzazione attraverso «la contiguità con elementi appartenenti a sodalizi criminali locali». Nel dettaglio, la Prefettura avrebbe accertato la «vicinanza» di rappresentante legale, vicepresidente e dipendenti dell'associazione ad alcuni affiliati della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, già coinvolti nel 2017 nell'inchiesta "Jonny" della Dda di Catanzaro che recise le presunte ingerenze del clan nella gestione del Cara. Una serie di contestazioni che il Tar ha ritenuto fondanti. Tant'è che il collegio presieduto da Giancarlo Pennetti nell'ordinanza parla di «complessiva vicinanza dell’associazione ad ambienti insani con rischi di permeabilità mafiosa della stessa».
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