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Giovedì 21 Novembre 2024

Isola Capo Rizzuto, corretto utilizzo dei beni confiscati. Intesa tra Legacoop Calabria e Libera

In un periodo in cui l'opera di contrasto alle mafie ed alla corruzione sembra essere meno presente nelle agende politiche, “Libera-associazioni, nomi e numeri contro le mafie” invece rilancia. E lo fa accendendo i riflettori sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, uno strumento importante nella battaglia culturale ed economica alla criminalità organizzata. Va in questa direzione il protocollo d'intesa sottoscritto da Libera Calabria e Legacoop Calabria presso la cooperativa Terre Joniche-Libera terra, che tra Isola Capo Rizzuto e Cirò gestisce circa 100 ettari di terreni confiscati alle cosche locali. Una cooperativa (aderente a LegaCoop) che riutilizzando i beni confiscati è riuscita a creare economia sana, posti di lavoro legali, e che dunque è esempio concreto di tutte le potenzialità condensate nella legge 109/96. «Il protocollo - spiega il presidente di Legacoop Calabria Lorenzo Sibio - vincola noi e Libera a promuovere la nascita di nuove realtà e a rafforzare la rete tra tutti i soggetti impegnati nell'utilizzo dei beni confiscati per il bene comune. Legacoop ha tra i suoi associati circa 30 realtà cooperative che gestiscono beni confiscati; realtà che offrono servizi e fanno economia, producendo posti di lavoro sano, equo, stabile e ben retribuito. Realtà che contribuiscono alla crescita del territorio, e sono baluardo di legalità in territori spesso difficilissimi». I settori principali in cui queste realtà operano sono il welfare, i servizi sociali, ma anche l’agricoltura, attraverso vere e proprie imprese. Come Terre Joniche, appunto, ma anche come la cooperativa sociale Valle del Marro, che nella piana di Gioia Tauro gestisce oltre 100 ettari di terreni confiscati. «È un’impresa che fa agricoltura biologica - spiega Sibio - capace di impiegare stabilmente 9 soci oltre ai dipendenti stagionali». Sempre nel Reggino opera il consorzio Macramè, i cui soci impiegano diversi beni confiscati per attività imprenditoriali agricole (per esempio l’agrumeto gestito da Demetra) oppure di tipo sociale - come la piccola fattoria in cui la cooperativa Futura svolge attività con gli utenti psichiatrici di cui si occupa; come la sartoria sociale di Reggio Calabria per donne in stato di disagio; o ancora come la struttura gestita a Gioiosa Jonica assieme ad un’associazione di genitori di ragazzi disabili ad offrire un sostegno alle famiglie che altrimenti mancherebbe. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza  

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