La querelle sui ritardi della giustizia vibonese, che ha di recente fatto registrare un’aspra dialettica tra avvocati e presidente del Tribunale, è approdata a Montecitorio, dove in risposta a un’interrogazione parlamentare è intervenuto nei giorni scorsi il ministro Carlo Nordio. Il Guardasigilli ha fatto il punto sulle carenze di organico nella giustizia vibonese – nessuna scopertura alla Procura, 3 posti scoperti di giudice onorario di tribunale e altri 3 all’ufficio del giudice di pace – e soprattutto ha chiarito che nei provvedimenti organizzativi adottati dai vertici del Palazzo di giustizia «non possono essere ravvisate anomalie, tantomeno astrattamente rilevanti sotto il profilo disciplinare». Si tratta insomma di interventi «ampiamente giustificati – rileva il ministro – dalla contemporanea assegnazione al tribunale di Vibo Valentia di numerosi e complessi procedimenti penali in materia di criminalità organizzata», con centinaia di imputati come “Rinascita Scott”, che hanno «inevitabilmente comportato ricadute negative su altri settori della giurisdizione (anche al fine di prevenire i rischi di decorrenza dei termini di custodia cautelare), e dal turn over dei magistrati». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro