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Crotone, scontro sulle competenze per la gestione della depurazione

Vincenzo Voce, sindaco di Crotone

La mancata realizzazione dei lavori per il collettamento fognario della frazione di Papanice ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, e del dirigente del settore Tutela dell'ambiente del Comune, Salvatore Gangemi. Ma gli interventi farebbero capo al commissario straordinario unico per la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane. È quanto emerge da una recente corrispondenza avvenuta tra l'ente e il delegato del governo, Maurizio Giugni, mirato a fare il punto sullo stato delle opere per le quali il commissario è ritenuto il «soggetto attuatore». Invece, lo scorso 20 marzo, Voce e Gangemi sono stati denunciati dalla Capitaneria di porto di Crotone con l'ipotesi di reato di scarichi di reflui non autorizzati. Alla base delle contestazioni c'è la presunta omissione del Municipio reo di non aver avviato, e ultimato, i lavori ambientali nel rione dove vivono circa 3mila residenti. Però, nel carteggio che oggi è in mano alle difese degli indagati figurano una serie di note dalle quali verrebbe fuori l'esclusiva competenza commissariale degli interventi finiti nell'occhio del ciclone poiché fermi al palo. Infatti, il 3 gennaio 2024 il commissario straordinario unico, in qualità di «soggetto attuatore» dell'appalto, s'è rivolto al Palazzo di piazza della Resistenza per chiedere urgentemente la trasmissione di «tutta la documentazione tecnico-amministrativa disponibile», insieme agli «atti e provvedimenti adottati», al fine di valutare lo stato di avanzamento degli interventi di collettamento a Papanice. Dopodiché, il 9 gennaio di quest'anno, il Comune ha fornito le informazioni sollecitate ripercorrendo la vicenda.

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