Processioni e tradizionali riti usati per mandare messaggi, per dimostrare la propria forza. Negli anni è accaduto. È accaduto che si facesse leva sulle emozioni, il coinvolgimento popolare. Ma un messaggio è stato mandato chiaro dallo Stato e la Questura non ha abbassato comunque la guardia neanche quest’anno. Per garantire la riuscita delle manifestazioni religiose e bloccare nuove “strategie” della criminalità organizzata, infatti, le forze dell’ordine sono state impegnate sul campo. E se tutto è andato bene in materia di “inchini” e “soste”, ad accendere qualche sospetto sarebbero state le decine di rinunce dei portantini, proprio a cavallo degli appuntamenti sacri: problemi di salute, impegni di lavoro, malori, doveri insormontabili e malesseri in famiglia; queste, ed altre più stravaganti, le motivazioni addotte da alcuni (tra titolari e sostituti), aprendo così a repentini “cambi”. Rinunce registrate in quasi tutti i territori interessati dalle manifestazioni, specie in quelli più caldi: Stefanaconi e Sant’Onofrio. I sacerdoti avevano notificato i nominativi entro il tempo prestabilito ma, sebbene la Chiesa sia stata ineccepibile, restano le “anomalie” dell’ultimo minuto che hanno visto ricorrere a nuovi portantini o attingere a vecchie liste, una corsa contro il tempo per gli accertamenti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro