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Aggressioni all'Asp di Vibo, le denunce dei consiglieri regionali Mammoliti e Comito: “Quali logiche intervengono?”

«Ho l’impressione, ma ormai sta diventando sempre di più certezza, che a Vibo Valentia ogni spinta propositiva (anche quelle oggettivamente urgenti e improcrastinabili) si infranga, inesorabilmente, contro un muro tanto invalicabile quanto “invisibile”», afferma il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti. «In questo senso ritengo sia lecito, oltre che doveroso, chiedersi se l’ASP di Vibo Valentia sia da considerarsi sotto il controllo dello Stato o invece ubbidisca ad altre ignote logiche. Ormai le aggressioni agli operatori sanitari si ripetono ed il rischio peggiore che di fronte ad episodi gravi ed inqualificabili si registra una preoccupante assuefazione. Considero assolutamente inaccettabile questa situazione e per tale ragione ho presentato un’apposita denuncia politica all’attenzione del Sig. Ministro alla Salute, al Presidente della Regione e al Sig. Prefetto di Vibo. Ho richiesto, inoltre, alla Presidente della Commissione sanità Calabria Pasqualina Straface di voler calendarizzare al più presto un’apposita seduta della III Commissione per affrontare alla presenza ed insieme a tutti i soggetti coinvolti nel governo della sanità vibonese, la grave situazione dell’ASP di Vibo Valentia. È del tutto evidente che le continue aggressioni rappresentano eventi sentinella e quindi sintomo di forte criticità dell’organizzazione sanitaria dell’azienda. Solo andando fino in fondo si riuscirà ad individuare la causa radice consentendo, così, a chi possiede ruoli di responsabilità di assumere i più urgenti ed appropriati provvedimenti».

Le parole di Michele Comito

“Quanto sta accadendo in questo ultimo periodo a Vibo Valentia, con le ripetute aggressioni ai danni di medici ed infermieri, non è più tollerabile. Ma è evidente che, oltre alla dovuta solidarietà che tutti noi esprimiamo agli operatori sanitari, serve di più”. Ad affermarlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Michele Comito, che nel corso di queste festività pasquali ha voluto far visita al personale dello Jazzolino, “bersagliato” da ben quattro aggressioni negli ultimi 20 giorni.

“Una situazione francamente insostenibile, come hanno avuto modo di raccontarmi i medici e gli infermieri. Una situazione - commenta il capogruppo di FI in consiglio regionale - che purtroppo conosco bene ed in prima persona.

È chiaro - rimarca Comito - che servono misure urgenti per assicurare il massimo della tutela e della sicurezza a chi presta il proprio servizio per il bene e la salute del paziente, ma il problema, per quanto riguarda Vibo Valentia, è anche quello dell’approccio e della mentalità. La verità è che ormai, troppo spesso, si arriva in pronto soccorso mal disposti, convinti che per far valere i propri diritti bisogna imporsi con la violenza e la prevaricazione. È ora di smetterla, chi si presenta in pronto soccorso deve essere consapevole che dall’altra parte ci sono persone che si sobbarcano turni difficili e che hanno come unico interesse quello di fare bene il proprio lavoro e contribuire ad alleviare le sofferenze di chi si presenta all’ingresso.

È però altrettanto evidente che, se le cose non vanno sempre come dovrebbero, allora è necessario intervenire anche sul fronte organizzativo interno. Mi sono recato personalmente in ospedale e in Azienda e so che il commissario Battistini sta lavorando anche su questo, perché non c’è dubbio che per migliorare la situazione bisogna cambiare qualcosa, sia sul piano organizzativo delle risorse umane e sia su quello logistico-strutturale, al fine di assicurare una migliore distribuzione degli spazi che avrebbe immediate ricadute anche sul livello di protezione del personale.

Mi permetto qui di avanzare alcune proposte concrete che migliorerebbero sensibilmente, e con un investimento irrisorio, la situazione: creare una zona triage chiusa, aumentando la privacy del paziente; creare due corsie preferenziali, fast track, per i pazienti pediatrici e per le pazienti in stato di gravidanza, in maniera tale da agevolare l’ingresso in reparto; trattare in maniera più celere i pazienti ortopedici, stipulando un accordo con le altre ortopedie; già solo questi piccoli accorgimenti permetterebbero di decongestionare e non poco il flusso nel pronto soccorso. Poi è chiaro che servono maggiori unità lavorative, ma questo è un capitolo a parte sul quale si sta lavorando da tempo, come da impulso del presidente Occhiuto. In conclusione, mi sento però di lanciare un messaggio positivo che vada verso la risoluzione dei problemi, perché so che la struttura commissariale sta lavorando e prendendo in seria considerazione questi correttivi che, già nell’immediato, darebbero una boccata d’ossigeno all’intero reparto ed una maggiore serenità a tutti gli operatori sanitari”.

"Si tratta ovviamente, e purtroppo, di un fenomeno nazionale che si sta aggravando e, diversamente da quanto avviene in Calabria, altrove, secondo una recente indagine del Sole24Ore, il 70% circa degli episodi non viene denunciato".

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