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Ultimo atto del processo Stige contro la cosca di Cirò, 66 imputati alla sbarra

Il 23 maggio in Cassazione l’udienza dell’abbreviato nato dall’inchiesta che ha messo sotto accusa i presunti vertici e fiancheggiatori del clan Farao-Marincola

La Corte di Cassazione

Sta per essere scritto l'ultimo atto del processo di rito abbreviato nato dall'inchiesta Stige della Dda di Catanzaro contro la cosca Farao-Marincola di Cirò. Davanti alla Cassazione, il prossimo 23 maggio, dovranno comparire i 66 imputati che il 24 settembre 2021 sono stati sia condannati (55) che assolti (11) dalla Corte d'appello di Catanzaro. Insieme a loro ci saranno anche cinque ricorrenti interessati che hanno impugnato la sentenza di secondo grado. L’operazione, scattata il 9 gennaio 2018 con 169 arresti eseguiti dai carabinieri, avrebbe consentito alla Procura antimafia di smantellare una «holding criminale» che per anni avrebbe controllato interi settori dell’economia locale, oltre a condizionare l’attività amministrativa dei Comuni del Cirotano. Il locale di 'ndrangheta sarebbe riuscito a mettere le mani tanto sul «mercato dell’import-export di prodotti alimentari e vitivinicoli, di semilavorati e preparati per pizza» venduti in Germania, quanto sugli appalti per «il taglio e la commercializzazione della legna» nell’altopiano Silano mediante l’affidamento degli interventi boschivi all’impresa “Fratelli Spadafora srl” di San Giovanni in Fiore, che sarebbe avvenuto con minacce e tramite la compiacenza di alcuni funzionari comunali.

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