Dopo aver trascorso la notte sulla ciminiera della centrale a biomasse di Cutro i 15 operai della Serravalle Energy saliti l’altro ieri pomeriggio sul camino hanno sospeso ieri la protesta a causa della cattive condizioni del tempo. Come è noto gli operai ed i tecnici dell’impianto di produzione di energia, contestano il mancato pagamento degli stipendi e soprattutto nutrono preoccupazioni per il futuro della centrale e per il loro posto di lavoro. La preoccupazione degli operai deriva dalla intricata vicenda giudiziaria in cui è finita la “Serravalle Energy” coinvolta nell'operazione Black Wood con la quale, il 4 ottobre 2022, la Dda di Catanzaro ha eseguito una serie di misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta per reati ambientali. A seguito del sequestro, nonostante l'azienda fosse garantita da un'amministrazione giudiziaria, c'è stata la sospensione degli incentivi previsti per legge da parte del Gestore dei servizi energetici nazionale (Gse): quasi 20 milioni di euro. Una perdita importante che ha provocato la carenza di liquidità per l'azienda ed il fermo dell'impianto dal novembre del 2023. A pagarne le conseguenze sono stati soprattutto i 37 operai per i quali era stata avviata addirittura la procedura di licenziamento collettivo scongiurata anche a seguito dello sblocco degli incentivi del Gse. La centrale, però, non è mai tornata in funzione e per gli operai c'era stata la richiesta di cassa integrazione che, però, l'Inps ha rigettato sostenendo che non c'erano le condizioni per dichiarare lo stato di crisi. Così è scoppiata martedì la protesta che è proseguita nonostante il giudice Mario Santoemma, che coordina l'amministrazione giudiziaria, avesse autorizzato il pagamento degli stipendi di febbraio e marzo per 45 mila euro. Certo il pagamento delle mensilità arretrate ha in parte rasserenato gli animi. Ma come sottolineavano anche i dirigenti sindacali (sul posto sono intervenuti Francesco Gatto per la Cgil, Franco Timpano per la Cisl e Vincenzo Celi della Uil), che stanno seguendo la vertenza, i lavoratori vorrebbero certezze per il futuro. L’impianto di “Termine Grosso”, benché dissequestrato non è ancora tornato di fatto in mano al proprietario. Dovrà infatti essere nominato il nuovo Cda della società che fa capo alla Serravalle Energy. Una fase transitoria che certo non aiuta e che si spera possa concludersi al più presto.