Pronto soccorso in continuo affanno. Capita, ancora una volta, all’ospedale “Giovanni Paolo II” di assistere a lunghe file al triage, con la sala piena di utenti, spesso vivendo situazioni drammatiche a catena. A trovarsi in un ambiente di estremo disagio, infatti, sono tutti i presenti, fra malati, familiari, e infermieri, operatori socio-sanitari e medici all’interno. Alla situazione di sott’organico presente all’interno della categoria dei medici e degli infermieri, con carenza di attrezzatura e mezzi, come sedie a rotelle e barelle, oltre che ambulanze, si aggiunge la mancanza di sicurezza. All’interno del pronto soccorso, infatti, succede di tutto, si passa dalle classiche infuriate per le lunghe attese (si contano dalle 5 alle 8 ore di attesa), in base ai codici, alle risse, e spesso ad avere la peggio sono proprio gli infermieri che, dietro l’unico sportello utile raccolgono i peggiori insulti, e non solo. Da notare la porta scorrevole di accesso ai box del pronto soccorso continuamente rotta, così come spesso lo sportello in vetro. Il pronto soccorso, che ha una sola porta di accesso anche per chi arriva grave in barella, quindi attraversando le decine e decine di persone in sala d’attesa, presenta poco personale di vigilanza, laddove in passato erano più guardie e poliziotti a risiedere quale controllo fisso del posto. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro