L’abusivismo nelle frazioni marine resta un capitolo aperto, nonostante l’Amministrazione uscente abbia dato priorità al ripristino della legalità. Ad oggi, nel quartiere Pennello, sorto abusivamente su suolo demaniale, a partire dal secondo dopoguerra, ad essere stato demolito è soltanto il chiosco “Azzurro”, di proprietà di Giuseppe Francolino. «Nel contempo – spiega il titolare dell’attività commerciale – l’Amministrazione sta provvedendo a dare in concessione, attraverso un bando, sei aree del litorale». Mentre resta sul tappeto la riqualificazione del popoloso rione costiero. Si tratta di 150.550 metri quadrati di terreno pubblico, acquistati nel 2012 (Giunta D’Agostino), al prezzo di un milione e 200mila euro, dal Comune, con la compartecipazione dei cittadini. L’obiettivo sarebbe dovuto essere quello di mettere ordine all’intricata matassa attraverso un primo censimento e la successiva messa in opera del piano di recupero. Al momento su circa 300 richiedenti solo una trentina hanno presentato la domanda di condono, in base alla legge 47/85, per ottenere il permesso a costruire in sanatoria. A questa piccola percentuale (appena il 10 %) di residenti si possono aggiungere coloro i quali hanno costruito la loro abitazione prima del 1967. Ma il problema si pone dopo il 1985, infatti, per gli immobili realizzati dopo quella data i vincoli paesaggistici sono stringenti. Potranno essere sanati? Saranno demoliti? Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro