Tra gli impianti pubblicitari oscurati perché abusivi, c’è anche quello posto a due passi dal Municipio (e non sarebbe l’unico) che fa capo… proprio al Comune di Pizzo; lo stesso Ente che dichiara guerra contro l’abusivismo, beneficiava infatti del servizio. Un teorema che sfocia in paradosso, come dire. Inoltre, se la Pubbliemme non paga, dovrà provvedervi in solido? Intanto la lotta ingaggiata sul fronte pubblicitario recentemente si è allargata anche al capoluogo di regione, proprio perché è un business che movimenta considerevolmente le casse degli operatori economici alle spalle degli Enti. Per gli oltre 350 impianti napitini ritenuti abusivi, sui quali è stato tirato il freno a mano, si prevede una compensazione circoscritta all’ultimo lustro, riuscendo a recuperare circa 150mila euro l’anno; perdendo però i precedenti 15. Anni difficili anche per l’intera categoria: il mercato pubblicitario era “chiuso” agli altri operatori, perché mentre si consumava la battaglia legale a suon di carte bollate e tribunali, i pannelli erano comunque operativi, con tanto di pubblicità: potevano soltanto guardare… e denunciare (diversi gli esposti presentati). Nell’ultimo decennio sono numerose le richieste di spazi pubblicitari avanzate, ma bocciate, anche per via del piano regolatore che impediva ulteriori installazioni. Quest’anno è stato decisivo grazie alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno dato ragione al Comune di Pizzo, ed attualmente il sindaco Sergio Pititto sta facendo predisporre un regolamento per le nuove assegnazioni. A rallentare il percorso verso la legalità, finora sono stati i continui ricorsi presentati e le sospensive ottenute, sino a conclusione dei processi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro