Sistema bibliotecario Vibonese: bilanci fantasma e incarichi in famiglia erano ormai una prassi

È la storia del prestigioso Festival Leggere&Scrivere del quale il Comune di Vibo ha deciso di farsi carico lo scorso anno, ad essere dettagliatamente ripercorsa dalle carte dell’inchiesta che ha finito per scoperchiare un pentolone, già preannunciato, in verità, dagli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza e frutto di una ricostruzione giornalistica della Gazzetta del Sud. Ed al di là delle tante determine riportate negli atti di indagine, già a partire dal 2015, sono alcuni precisi passaggi a segnare le tappe dell’inchiesta. Uno su tutti gli altri: la scelta di Emilio Floriani a direttore del Sistema Bibliotecario avvenuta, secondo gli inquirenti, «in maniera abbastanza singolare». Una nomina effettuata dal presidente (non indagato), sulla base dell’articolo 9 dello Statuto secondo cui quest’ultimo può adottare, in caso di necessità ed urgenza e sotto la propria responsabilità, provvedimenti di competenza del Comitato di Gestione da sottoporre, poi, a ratifica dello stesso nella prima adunanza, in questo caso, prevista per il mese di settembre 2021. Ma il consesso, sebbene la nomina rivestisse carattere di urgenza «si sarebbe riunito soltanto dopo quattro mesi». Diverse anche le determine, spesso con i medesimi destinatari, emesse dai direttori che si sarebbero sostituiti al Comitato di gestione. A cominciare dalla nomina «illegittima» per gli inquirenti, di Valentina Amaddeo, «braccio operativo di Floriani», a direttore amministrativo. Proprio colei che, nell’esercizio delle sue funzioni, avrebbe provveduto, già il 26 settembre 2016, a sottoscrivere una ulteriore determina finalizzata ad assumere quattro dipendenti part-time a tempo determinato per un importo complessivo di 10.200 euro. Due di questi, rispondevano ai nomi di Emilio e Giuseppe Floriani. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria