Vibo, il filone di “Rinascita Scott” su alcuni omicidi: ecco perché Razionale, Bonavota e Accorinti hanno preso l’ergastolo
Tre ergastoli, due condanne a 30 anni e altre due a 20 anni, una a 14 anni, tre assoluzioni. Così è finito in Corte d’Assise il filone di “Rinascita Scott” incentrato su alcuni omicidi avvenuti nel Vibonese e risalenti negli anni. Si tratta del duplice omicidio di Roberto Soriano (lupara bianca) e Antonio Lo Giudice (6 agosto 1996), del duplice omicidio di Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano (8 febbraio 2002 a Vallelonga), della scomparsa di Filippo Gangitano (27 gennaio 2002 a Vibo), tutti fatti riuniti (assieme a un sequestro di persona) in un unico processo arrivato a sentenza di primo grado il 28 novembre 2023 e di cui ora sono state depositate le motivazioni. Per il duplice omicidio Soriano-Lo Giudice sono stati condannati all’ergastolo Saverio Razionale e Giuseppe Antonio Accorinti, ritenuti rispettivamente elementi di vertice dei clan di San Gregorio d’Ippona e Zungri. Decisive e convergenti le dichiarazioni dei pentiti Angiolino Servello e Andrea Mantella, che hanno riferito che il delitto si inserisce in una serie di azioni di sangue «scaturite dai contrapposti interessi consolidatisi nel tempo tra due fazioni nell’ambito dei mutevoli equilibri nel panorama criminale del vibonese». In tale contesto di rivalità tra famiglie «sicuramente ha influito la più generale dinamica degli equilibri dettati dal gruppo “maggiore”, la famiglia Mancuso, in particolare dall’atteggiamento di quel Peppe Mancuso, detto ‘Mbrogghia, che ha cercato di strumentalizzare le divisioni tra le varie componenti, provocandole o accentuandole, per consolidare la sua leadership». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro