Inammissibile il ricorso del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro avverso la pronunciata assoluzione in appello dei signori Sebastiano Sgromo ed Eugenio Sgromo La sesta sezione penale della Suprema Corte all’esito della pubblica udienza del 22 maggio scorso dichiara inammissibile il ricorso del Procuratore Generale avverso la pronuncia di assoluzione della Corte di Appello di Catanzaro a favore di Eugenio e Sebastiano Sgromo difesi dagli avvocati Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale. La pronuncia di inammissibilità della Suprema Corte costituisce l’epilogo della travagliata vicenda giudiziaria che ha visto protagonisti Eugenio Sgromo e Sebastiano Sgromo condannati in primo grado in sede di rito abbreviato il primo per i reati di favoreggiamento e di falsa testimonianza entrambi aggravati dalla circostanza di cui all’art. 7 L. 203/1991 (oggi 416 bis 1 c.p.) ed il secondo per il reato di favoreggiamento aggravato dalla circostanza di cui all’art. 7 L. 203 / 1991 (oggi 416 bis 1 c.p.), per avere agevolato una cosca di ‘ndrangheta. La singolarità della vicenda risiede nella circostanza che agli Sgromo venivano rimproverate dichiarazioni reticenti ed omissive rispetto ad una tentata estorsione ordita da una organizzazione criminale proprio ai loro danni. La Corte di Appello di Catanzaro con sentenza n. 1809 del 2023 in accoglimento della impugnazione dei signori Sgromo ed in riforma della pronuncia di primo grado assolveva i signori Eugenio e Sebastiano Sgromo dai reati loro ascritti poiché essi non avevano ricevuto alcuna richiesta estorsiva che risultava essere invece pianificata in seno alla consorteria mafiosa ma giammai portata a conoscenza delle ridette potenziali persone offese. Avverso il pronunciato assolutorio insorgeva la Procura Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro. All’esito della discussione in pubblica udienza il Procuratore Generale chiedeva l’annullamento con rinvio della pronunci assolutoria , gli avvocati degli Sgromo insistevano per la inammissibilità ed il rigetto del ricorso, la Suprema Corte si pronunciava nei termini della inammissibilità del ricorso della Procura Generale.