L'aggressione brutale al senzatetto, tuona il sindaco di San Costantino: “Offesi da quei ragazzi”. Il garante: "Fallimento educativo"
«Episodio sconcertante. Noi come amministrazione comunale abbiamo il diritto e il dovere di opporci, oltre a dissociarci totalmente da questo episodio che offende la dignità della persona». Lo dichiara Nicola Derito, sindaco di San Costantino Calabro, nel Vibonese, in merito alla brutale aggressione di un senzatetto rumeno ad opera di sei minorenni che sabato notte hanno anche incendiato i vestiti del rumeno, urinato addosso all’uomo e girato un video del pestaggio. Sono stati tutti denunciati dai carabinieri alla Procura dei minori di Catanzaro per maltrattamenti, lesioni, percosse, incendio e altri reati. «Spero solo che questi ragazzi abbiano capito che si tratta di una cosa davvero molto grave - ha affermato il primo cittadino - e che si siano pentiti di quello che è avvenuto notte di sabato: prendersela con una persona fragile che ha bisogno di aiuto e non certo di essere maltrattata e offesa nella sua dignità. Riteniamo di interpretare i sentimenti dell’intera comunità di San Costantino Calabro perchè il nostro è un paese sicuramente inclusivo dove vivono tanti stranieri e tra questi pure miei amici personali. I ragazzi che hanno pensato a questo «divertimento» la notte di sabato nei confronti di Giovanni, così è chiamato il rumeno, hanno offeso ogni cittadino di San Costantino perché il nostro è un paese da sempre accogliente verso i più fragili, specialmente gli stranieri».
Il garante Antonio Marziale: "Fallimento educativo"
«Apprendere che sei minorenni avrebbero pestato di botte, umiliato, legato e immobilizzato un senzatetto, per poi dare fuoco agli oggetti che aveva con sè, compresi effetti personali e indumenti, suscita un moto di indignazione irrefrenabile, ma soprattutto denuncia il fallimento totale delle agenzie educative». E’ quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, rispetto agli accadimenti di San Costantino Calabro, nel Vibonese. «Ci troviamo al cospetto di un episodio da ascriversi alla voce criminalità e non già devianza - spiega il sociologo - che rientra tra le problematiche che destano maggiore e allarme sociale. I dati nazionali confermano una situazione pericolosamente emergenziale, che a furia di essere doverosamente riportati dalla cronaca finiscono per generare una sorta di assuefazione, mentre quanto sta accadendo non è accettabile. E’ la famiglia a rappresentare la principale incubatrice di baby criminali, perchè - spiega Marziale - la disattenzione di troppi genitori ed un permissivismo eccessivo provocano un eccesso di libertà che agli adolescenti arriva come autorizzazione a fare ciò che vogliono, in un mondo che premia a suon di like sui social le peggiori scempiaggini. Un altro tassello, nell’ottica di una prevenzione efficace, è rappresentato dalla scuola, ma nel sistema italiano esistono falle che dovrebbero essere chiuse in fretta».