I giudici lo chiamano «episodio corruttivo», i pentiti – e anche lo stesso presunto corruttore – più prosaicamente «mazzetta». È la vicenda costata all’ex comandante dei vigili urbani Filippo Nesci una condanna a quattro anni in primo grado nel maxiprocesso “Rinascita Scott”. L’ex dirigente del Comune è stato ritenuto responsabile di corruzione nell’esercizio della funzione per aver chiesto una tangente a Giovanni Giamborino, anche lui ex dipendente comunale condannato per questo e altri capi d’accusa a 19 anni e 6 mesi. In ballo ci sarebbe stato il rilascio di un permesso a costruire in variante di un precedente progetto edilizio. È lo stesso Giamborino a definire Nesci un «mazzettista» («… gli dò 10 mila euro, poi... altro che mi fa... faccio quello che voglio... pure il grattacielo di New York faccio...»). Per i giudici del Tribunale collegiale di Vibo «tempistica, tenore e frequenza dei dialoghi captati non lasciano dubbi sul fatto che Nesci e Giamborino abbiano concluso un perverso accordo ingenerato dalla sollecitazione del primo prontamente recepita dal secondo». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro