Il 30 giugno prossimo, con la scadenza della commessa Tim, sarà l’ultimo giorno di lavoro per i mille dipendenti del call center Abramo Customer Care, un tempo tra le più importanti aziende della Calabria, che questa mattina a Crotone hanno tenuto un’assemblea con i segretari delle organizzazioni sindacali regionali durante la quale non sono mancati momenti di tensione tanto che per sedarli è dovuta intervenire la polizia. I lavoratori hanno espresso tutta la loro rabbia e la delusione per l’indifferenza a loro dire dimostrata dalle istituzioni ma anche dai sindacati nazionali. «Dove sono Sbarra, Landini e Bombardieri? Non si preoccupano di 1.000 lavoratori?» è stata la contestazione, più volte ripetuta in assemblea, rivolta ai sindacalisti regionali e provinciali. Tanto che il segretario provinciale della Uil di Crotone ha promesso che scriveranno «una lettera anche molto forte ai segretari nazionali per chiedere il loro intervento diretto». La rabbia è esplosa anche in seguito all’esito del tavolo di crisi presieduto dal Prefetto di Catanzaro che si era tenuto due giorni prima. In quella sede il governatore calabrese Roberto Occhiuto ha dovuto prendere atto che la Tim non ha intenzione di prorogare oltre il prossimo 30 giugno la commessa che ha finora tenuto in vita la Abramo customer care e che il governo ha bocciato la proposta dello stesso Occhiuto che chiedeva finanziamenti con il Psn per il progetto di digitalizzazione regionale nel quale assorbire i dipendenti di Abramo. Al termine dell’assemblea i dipendenti dell’azienda hanno deciso di tenere il prossimo 6 giugno un sit-in davanti alla sede Tim di Catanzaro. L’altro appuntamento, invece, sarà a Roma dove i sindacalisti presenti all’assemblea hanno annunciato che verrà convocato un tavolo di crisi ministeriale sulla vertenza. La soluzione per il sindacato passa dalla clausola sociale: riassegnare la commessa Tim ad un’azienda solida togliendola definitivamente ad Abramo in amministrazione straordinaria e successivamente ragionare sui progetti ai quali sta lavorando la Regione Calabria e per i quali serve molto più tempo del previsto. Intanto a partire da oggi i dipendenti Abramo di Crotone hanno iniziato a raccogliere le loro tessere elettorali e quelle dei loro parenti con l’intenzione di portarle al Prefetto di Crotone: a loro dire non serve votare per l’Europa quando manca un diritto fondamentale come il lavoro.
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