Cittadella regionale, policlinico universitario, ateneo, Comalca, area produttiva, stazione ferroviaria, collegamenti stradali garantiti da statale 280 e variante alla statale 106 oltre alla viabilità locale. È il paradosso di Germaneto, sostanzialmente una realtà potenzialmente ben collegata al resto della regione e con strutture pubbliche “strategiche” ma caratterizzata in realtà da tante piccole cattedrali nel deserto. Una situazione che nessuno, finora, è riuscito a capovolgere. Non hanno infatti trovato applicazione le teorie della geografia economica secondo le quali creando strade o punti di interesse importanti è possibile realizzare nuovi insediamenti. Nonostante le singole realtà presenti, Germaneto è percepita come una landa desolata. Un aspetto oggi al centro delle politiche di pianificazione territoriale, ancor più in vista della redazione del piano strutturale comunale. Ne hanno parlato gli architetti in un recente intervento in occasione della conferenza di pianificazione del Psc, evidenziando che «Università e Cittadella regionale, già purtroppo ad oggi funzionalmente indipendenti dalla città, divengono nell’auspicio dimensionale del nuovo piano, un’altra città intera».