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Affari “sporchi” con la depurazione, ha preso il via a Catanzaro l’udienza preliminare

Operazione Scirocco, 28 indagati rischiano il rinvio a giudizio

È iniziata ieri nell’aula bunker di Lamezia Terme l’udienza preliminare per gli indagati coinvolti nell’inchiesta Scirocco sulla maladepurazione in Calabria. Gli inquirenti sono convinti di aver svelato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere che per anni avrebbe gestito illecitamente buona parte della depurazione in Calabria. Ieri davanti al gup Arianna Roccia si sono costituite le parti. I pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma hanno chiesto il rinvio a giudizio per 28 persone e 5 compagini societarie. In questa prima udienza hanno chiesto di costituirsi parti civili gli enti e le istituzioni che erano state individuate dalla Procura come parti offese a partire dal Ministero dell’Ambiente rappresentato dall’avvocatura dello Stato e poi la Regione Calabria, la città metropolitana di Reggio, le Province e decine di Comuni. Sulla costituzione delle amministrazioni locali è intervenuto l’avvocato Francesco Gigliotti, difensore di un operaio coinvolto nell’inchiesta. Il gup Roccia deciderà se ammettere o meno le parti civili nella prossima udienza fissata per il 25 giugno.
Al centro della ricostruzione della Procura vi sono le aziende riconducibili al gruppo Minieri. La holding avrebbe partecipato alle gare di appalto, per la gestione di impianti di deputazione, offrendo ribassi consistenti, anche oltre il 50%. Gli imprenditori Minieri avrebbero abbattuto i costi di gestione risparmiando sul trattamento e smaltimento dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane ma anche sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie previste dai capitolati d'appalto.

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